Dar del fieno alle oche
Questo modo di dire ha lo stesso significato dell’altro, forse più conosciuto, portar vasi a Samo, vale a dire fare una cosa inutile, perdere solamente del tempo che potrebbe essere impiegato in attività redditizie. L’isola greca di Samo, nell’Egeo, nell’antichità era famosissima per i suoi vasi di ceramica verniciati di un rosso lucido, i vasa samia, lavorati magistralmente dagli artigiani che li esportavano in tutto il mondo allora conosciuto. Chi portava vasi a Samo faceva, quindi, una cosa perfettamente inutile.
Come coloro che danno del fieno alle oche le quali non mangiano erbe secche: si fa presto a darglielo, ma si butta via il tempo, tanto è vero che l’espressione ha assunto anche il significato di gingillarsi, trastullarsi. Giovanni Ghelardini, nel supplemento al suo vocabolario, alla voce in oggetto (vale a dire al motto dar del fieno alle oche, ndr) spiega: «Fare cosa di nessuna difficoltà, cose da non richiedere né ingegno né coraggio, siccome è di fatto il dare il fieno alle oche: e cita il solo esempio dell’Aretino in ‘Rime Burlesche’ (3.33) — ‘ch’altro è saper dare all’oche il fieno’. E altro è tracannar l’acqua del legno; e altro è lo scarcare un corpo pieno’».
Con significato affine le espressioni, più moderne, portare acqua in mare; portare coccodrilli in Egitto; portar frasconi a Vallombrosa (particolarmente in uso in Toscana, essendo un luogo ricco di boschi); portar pietre alla muriccia (la muriccia è un monte di pietre, un muro a secco che si trova, spesso, in mezzo a un campo).
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