Avere la coscienza come il cane di ser Corniola
Questo modo di dire — ormai desueto, per la verità — si tira in ballo quando si vuole mettere in evidenza, ironicamente, il fatto che una persona vuole campare alle spalle degli altri.
La locuzione è tratta da una novella (fiorentina?) che narra di un certo messer Corniola, poverissimo, la cui unica ricchezza era l’amore per il suo fidato cane. La miseria, però, costringeva i due a lunghissimi e sospirosi digiuni. La bestiola, per natura, non ci stava e la sera si intrufolava nelle case cercando di rubacchiare il cibo per sé e per il suo padrone.
Questi — alla vista di tanto ben di Dio — non si chiedeva da dove provenisse tutto quello che metteva sotto i denti. La cosa si seppe in giro e tutti si meravigliarono della coscienza del cane di ser Corniola tanto che ne fecero, appunto, il detto avere la coscienza come il cane di ser Corniola.
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