Esser doppio come le cipolle
Ecco un modo di dire — forse sconosciuto ai piú — che rende magistralmente l'idea di una persona falsa, ipocrita.
Si dice, in particolare, di colui (o colei, ovviamente) che non fa mai capire ciò che realmente pensa, che nasconde sempre qualcosa.
L'origine della locuzione — adoperata in senso figurato, naturalmente — ci sembra quanto mai intuitiva: la persona ipocrita viene paragonata alla cipolla, che si compone di molteplici strati sovrapposti.
E a proposito di cipolla, come non accennare a un altro modo di dire, anche questo, forse, poco conosciuto, ma messo in atto da tutti (soprattutto nelle giornate fredde invernali): coperto come una cipolla?
Si dice cosí, infatti, di una persona che, per ripararsi dal freddo, indossa molti indumenti, uno sopra l'altro. In questo caso, ci sembra evidente, gli indumenti alludono ai vari strati della cipolla.
Mezzo ubriaca e tutta nuda
«Cortese dott. Raso,
ho scoperto per caso la sua preziosa rubrica, mi permetta di complimentarmi per il servizio che offre a noi lettori. Mi rivolgo, dunque, a lei per un quesito. Ho letto su un giornale locale che "la donna fermata dalle forze dell'ordine era 'tutta' nuda e 'mezzo' ubriaca". Quel 'mezzo' mi lascia perplesso. Perché 'mezzo' e non 'mezza', trattandosi di una donna?
Grazie in anticipo, se mi risponderà.
Fulvio Q.
Como»
Quel mezzo, gentile Fulvio, è correttissimo. E la ragione sta nel fatto che mezzo può essere tanto avverbio quanto aggettivo, a differenza di tutto che è solo aggettivo.
Mezzo, dunque, come aggettivo concorda nel genere e nel numero con il sostantivo al quale è preposto: mezza mela; mezzi sigari; mezze pagine; mezzi fogli. Quando, invece, è posposto al sostantivo al quale è unito con una e resta invariato in quanto diventa sostantivo con il significato di una metà: due ore e mezzo, cioè due ore e 'una metà' di un'ora; cinque chili e mezzo, vale a dire cinque chili e una metà di un chilo.
Resta altresì invariato, con valore avverbiale e significato di a metà, quando (mezzo) è unito a un aggettivo per attenuarne il significato: ragazze mezzo matte, cioè matte a metà; la casa era mezzo diroccata, ossia diroccata a metà; le luci sono mezzo spente, spente a metà.
Mezzo ubriaca, quindi, rientra perfettamente nella regola sopra citata. Nell'uso, però, queste distinzioni non vengono osservate, anche se è un errore scrivere, per esempio, le cinque e mezza, in luogo delle cinque e mezzo.
L'elmintofilo
«Gentilissimo dott. Raso,
le sono veramente grato per la sua tempestiva ed esauriente risposta al mio quesito su 'mezzo ubriaca'. Approfitto della sua non comune disponibilità per un'altra domanda. Esiste un termine atto a indicare la persona che ama i vermi? Il mio bambino ci va letteralmente a caccia. Ho cercato nei vari dizionari in mio possesso, ma non sono approdato a nulla. Confido in lei.
Grazie e cordiali saluti
Fulvio Q.
Como»
Cortese amico, sí, c'è un termine anche se non attestato nei vocabolari: elmintofilo. È tratto da 'elmintologia', la scienza che si occupa dello studio dei vermi.
Dal 'Treccani' in rete: «elminto- [dal gr. ἕλμινς -ινϑος, 'verme']. — Primo elemento di parole composte formate modernamente nel linguaggio scient., che significa 'verme, vermi' o indica comunque relazione con vermi, soprattutto quelli parassiti. Nella terminologia lat. scient., gli corrisponde helmintho-. È usato anche, al plur., come secondo elemento per la formazione di alcuni termini della classificazione zoologica, per es. nematelminti, platelminti, ecc. (corrispondente al lat. scient. -helminthes)».

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