Romanzo a puntate

I giornali (quotidiani e periodici) ma soprattutto le televisioni ci "bombardano" quotidianamente con romanzi che, data la loro lunghezza, non possono essere ridotti di molto senza alterarne il contenuto; di conseguenza si protraggono nel tempo e vengono proposti agli appassionati "a puntate".
A questo proposito avete mai pensato, cortesi amici, perché questo modo di "diluire" nel tempo il contenuto di un romanzo si chiama "puntata"?
Abbiamo svolto una piccola inchiesta tra i nostri conoscenti e nessuno, ahinoi, è stato in grado di rispondere. Un ragazzo ha azzardato una risposta a dir poco umoristica: la puntata serve a "puntare" l'attenzione sul prossimo episodio...
Apriamo, allora, un vocabolario alla voce o lemma "puntata" e leggiamo: parte di un'opera di carattere saggistico, artistico e simili che si pubblica isolata dalle altre in fascicolo o su un numero di giornale o rivista cui appariranno successivamente le restanti parti. Bene. La nostra curiosità, però, non è stata appagata completamente; dobbiamo sapere, ancora, perché si chiama "puntata".
Questo termine ci è giunto dal linguaggio dei rilegatori di libri: la 'puntata' era, infatti, il numero massimo di fogli che il rilegatore poteva fermare con un unico punto. Per estensione si è dato, quindi, il nome di puntata a tutte le pubblicazioni di carattere periodico concernente un unico argomento (e con l'avvento della televisione lo stesso nome è stato dato agli sceneggiati che si protraggono nel tempo).
Ma non è finita. La puntata, intesa come "fermata" è anche — come si dice
comunemente — una breve escursione, una breve sosta in un luogo: "Fece una
'puntata' a Roma e poi tornò con tutta la famiglia a Cagliari".

03-05-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Il truismo

La parola che proponiamo oggi è un termine linguistico di provenienza barbara: truismo.

Sostantivo maschile che vale "verità ovvia". Si ha il truismo quando adoperiamo un sostantivo riferito a un'azione che già di per sé è riportata nella frase: i cantori cantavano; il lettore leggeva; lo sciatore sciava ecc.

Perché il termine è barbaro? Perché è l'adattamento dell'inglese "truism", da "true", 'vero'.

02-05-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Possesso e proprietà

Nell’uso comune “proprietà” e “possesso” vengono considerati – genericamente – sinonimi.

Non è proprio cosí perché in ambito giuridico (ma a voler sottilizzare anche in quello linguistico) tra le due parole corre una sostanziale differenza. Con ‘possesso’ si intende l’esercizio di un potere sopra un bene del quale non necessariamente si deve essere titolari.

La ‘proprietà’, invece, è un diritto di gran lunga piú vasto perché implica sempre che il proprietario sia anche il titolare del bene del quale ha piena padronanza, diritto che il semplice possesso non contempla.

30-04-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink