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Gaetano Filangieri
(✶1753   †1788)

Gaetano Filangieri (San Sebastiano al Vesuvio, 22 agosto 1753 – Vico Equense, 21 luglio 1788) è stato un giurista e filosofo italiano del Regno di Napoli.

È ritenuto uno dei massimi giuristi e pensatori italiani del XVIII secolo.

Terzogenito di Cesare, principe di Arianiello, e di Marianna Montalto, figlia del duca di Fragnito, Gaetano nacque il 22 di agosto del 1753 in un'antica villa di suo padre, sita nella giurisdizione territoriale del casale di San Sebastiano di Napoli, oggi denominata San Sebastiano al Vesuvio. Nella medesima villa di San Sebastiano al Vesuvio, ubicata in località’ “la Cercola”, nel 1750 morì Giovan Gaetano Filangieri: il nonno dell'illuminista.

Gaetano proveniva da una delle famiglie più antiche della nobiltà partenopea: lo zio arcivescovo era Serafino Filangieri.

Ricevette un'educazione severa che si svolse privatamente nel palazzo di Largo Arianello. Se ne occuparono lo zio Serafino, benedettino, professore di fisica sperimentale all'Università di Napoli, e soprattutto l'ecclesiastico Luca Nicola De Luca.

A 17 anni abbandonò la carriera militare a cui era stato destinato fin da bambino per dedicarsi agli studi. Si laureò in legge nel 1774. Tre anni dopo, a seguito della carica di gentiluomo di camera presso il re Ferdinando IV di Borbone, si dedicò al progetto della riforma di giustizia e divenne ufficiale volontario di marina.

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Nel 1772 scrisse un breve testo, Morale de' legislatori, nel quale dichiarava di essere favorevole alla pena di morte, mettendo in discussione le tesi di Cesare Beccaria; in questo afferma infatti che "nello stato di natura ciascuno ha il diritto di togliere la vita a tutti per proteggere la propria ingiustamente minacciata". Tali temi vengono poi ripresi e trattati ne La Scienza della Legislazione, la sua opera più importante.

Nel 1774 stampò a Napoli le Riflessioni politiche su l'ultima legge del sovrano, dedicata al ministro Bernardo Tanucci. L'opera riguarda la riforma dell'amministrazione della giustizia; in particolare afferma la necessità, per i magistrati, di motivare le proprie sentenze in base alla legislazione scritta nel regno, permettendo in questo modo di eliminare gli abusi e i privilegi per i giudici.

L'Illuminismo napoletano di Filangieri emerge in particolar modo nella sua opera più famosa, La Scienza della Legislazione (1780-1788). In tale scritto sono analizzate le linee sistematiche di una scienza pratica destinata a essere guida delle riforme legislative e basata sulla felicità individuale del cittadino come premessa utilitaristica allo Stato buono. Famosi pensatori come d'Alembert e Montesquieu, con il loro spirito di classici dell'Illuminismo, contribuirono a influenzare l'opera.

Nel 1783 Filangieri si sposò con una giovane nobile ungherese, Charlotte Frendel e, ottenuta la dispensa dal servizio di corte, si trasferì a La Cava (oggi Cava de' Tirreni), poco lontano da Napoli. Qui si dedicò interamente alla scrittura e alla famiglia.

Nel dicembre del 1784 arrivarono le prime condanne relative all'opera di Filangieri da parte dell'Inquisizione, anche se la Chiesa non contestò la legittimità dei provvedimenti assunti dal governo borbonico sulla scorta delle proposte contenute nella Scienza della legislazione.

Parallelamente alla stesura de La Scienza della Legislazione, Filangieri fu investito di un'importante carica militare di grado superiore: Tenente di fanteria nel 1783 e Capitano nel 1785.

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Nel 1787 divenne Consigliere del Supremo Consiglio delle Finanze e, preso dagli impegni politici, non riuscì a completare il quinto libro della Scienza, il quale fu pubblicato incompiuto postumo nel 1791. Dei sette volumi inizialmente progettati, riuscì quindi a pubblicarne solo cinque.

Colpito dalla tubercolosi, si ritirò a Vico Equense, dove morì il 20 luglio 1788 a soli trentacinque anni. È sepolto nell'ex cattedrale della Santissima Annunziata della stessa cittadina.

Essendo stato iniziato in massoneria in una loggia napoletana di costituzione inglese, Filangieri ebbe solenni funerali massonici, celebrati da Domenico Cirillo, Mario Pagano, Donato Tommasi e Giuseppe Leonardo Albanese, ai quali parteciparono delegazioni di tutte le logge napoletane di obbedienza inglese.

A Gaetano Filangieri era intitolato il carcere minorile di Napoli, istituito da Gioacchino Murat nel 1809 e dismesso alla fine degli anni settanta. A Milano è intitolata la piazza antistante il carcere di San Vittore.

Preconizzazione della Questione meridionale

Il suo illuminismo è considerato "napoletano" in quanto non assimilato dall'esterno. Si tratta di un Illuminismo prodotto nella Napoli del Settecento: la città partenopea si era dimostrata sì come uno dei maggiori laboratori di idee d'Europa, ma in essa allo stesso tempo esistevano sempre i privilegi feudali e il lusso sfrenato di nobiltà e clero, mentre la massa plebea continuava a vivere nell'ignoranza.

Si parla a questo proposito di "Questione meridionale" in quanto vi si impediva non solo il progresso, ma si metteva in discussione anche l'esistenza di una civiltà, dato che il tessuto sociale era ridotto a brandelli. In tale contesto Gaetano Filangieri rappresentò la voce riformatrice, la cui efficacia fu tuttavia limitata dalla precoce morte, prima delle vicende rivoluzionarie in Francia (che in campo sociale stava peggio di Napoli all'epoca) e dalle conseguenze che esse ebbero o indussero.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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