611. Quanto alla ripetizione della cong. o, vedi capitolo cit., § 4.

612. Altre congiunzioni coordinanti si ripetono talora anch’esse per esprimer concitazione d’animo. Non morte aspetto .... Ma benigne accoglienze .... ma parole sciolte D’ogni freno, ma risi, vezzi e giuochi. Ariosto.

613. Più proposizioni coordinate fra loro, ma subordinate alla medesima principale, ripetono la congiunzione subordinante, quando la chiarezza o la forza del discorso lo richiede. (Vedi P. I, cap. XXVII, § 9, capoverso terzo). Sono andati argomentando che quel che è bene a più, è maggior bene; e che la virtù che maggiormente giova è maggior virtù; e però che la giustizia in questo caso dev’esser preferita alla pazienza. Caro. – Se il Petrarca fu mai, e se questi versi son suoi, egli disse pur così. Caro.

614. Più di rado si ripetono le congiunzioni bisillabe e trisillabe, come poichè, benchè, acciocchè ecc.

615. Che serve anche talora a richiamare un’altra congiunzione precedente, o un avverbio relativo che tenga luogo di congiunzione. (Vedi loc. cit. capoverso terzo, nota). Ma poi che fu levato di sul colle L’incantato castel del vecchio Atlante E che potè ciascuno ire ove volle ecc. Ariosto. – E benchè quella che era più favorita dall’universale, solamente tre anni regnasse, e che nel 1382 la rimanesse vinta, nondimeno ecc. Machiavelli.

616. Il che vi fia (sarà) agevole, se voi mi crederete e che (se, qualora) far vogliate a mio senno. Machiavelli. – Quando fu venuta l’ora del far colezione e che il tagliatore (di legna) se ne fu ito a casa ecc. Firenzuola.

617. Quanto alla ripetizione degli articoli e delle preposizioni nel coordinamento, vedi P. I, cap. XIII, § 43 e seg. e cap. XXVI, § 17 e seg.

Ripetizione del pronome relativo
618. Quanto al coordinamento di più proposizioni attributive (coi pronomi che, il quale ecc.) voglionsi fare le seguenti avvertenze.

619. Due proposizioni attributive si coordinano colle congiunz. e, o, quando abbiano tutte e due la stessa importanza e però debbano esser poste ugualmente in rilievo, e in un certo contrasto; ovvero, quando, senza la ripetizione della congiunzione, il secondo relativo sembrasse riferirsi ad un sostantivo diverso dal suo; p. es. La dottrina spesso è una vana suppellettile che poco ci serve agli usi della vita, e della quale per lo più si fa pompa ne’ giorni di gala. Giusti. – Discorrere di noi medesimi e delle cose, nelle quali siamo occupati o che ci appartengono in qualche modo ecc. Leopardi.