Allettare e... allettare

Breve viaggio attraverso l’immensa foresta del vocabolario alla ricerca di parole omofone, ma dal significato diverso, facendo tappa al verbo allettare. In questo caso la parola, anzi il verbo, oltre a cambiare di significato cambia anche la provenienza etimologica. Vediamo.
Il significato principe del verbo in questione è attirare con lusinghe, piacevolezze o promesse ed è il corrispettivo latino allectare, intensivo di allicere (indurre con dolcezza a qualcosa): l’idea di una crociera mi alletta molto (si clicchi su Etimo.it - allettare).
C’è da dire — per onestà linguistica — che questo verbo ha perso, oggi, la natura maligna del suo genitore (prendere al laccio, quindi attrarre con lusinghe) e vale, come testé visto, attrarre con l’aspettazione di cose piacevoli (la crociera).
L’altro significato del verbo è quello di costringere al letto, ma non ha nulla che vedere con il latino allicere essendo di formazione — potremmo dire — più moderna essendo composto con la preposizione ae il sostantivo letto, dal latino lectus (giaciglio).
E concludiamo il viaggio con il vocabolo colmo, che può essere tanto sostantivo quanto aggettivo e con due distinti significati: parte più alta di una prominenza (sostantivo) e pieno fino all’orlo(aggettivo). L’origine, però, è un po’ diversa.
Il sostantivo, che in senso figurato si adopera anche per indicare il grado più alto che è possibile pensare, immaginare o raggiungere è il latino culmen, -inis: il colmo della vita (l’età matura). Con lo stesso nome — e chi non lo sa? — si indica anche un particolare tipo di indovinello che si risolve, nella maggior parte dei casi, in un bisticcio di parole.
Per quanto attiene all’aggettivo bisogna rifarsi, invece, al participio passato sincopato del verbo colmare: colm(at)o. La sincope, è bene ricordarlo, è la caduta di una o più lettere nel corpo di una parola. Nel caso specifico da colmato sono cadute la ae la t (ed è rimasto colmo).

14-07-2017 — Autore: Fausto Raso