Il suffisso -ano

Due parole, due, sul suffisso -ano che — a volte — si trasforma in -iano. Quando? Andiamo con ordine.

Il predetto suffisso serve per la formazione di nomi e aggettivi indicanti la condizione, l'origine e l'ufficio di una persona: italiano, napoletano, scrivano, cappellano, ortolano ecc.

Muta in -iano se aggiunto ai nomi propri per indicare attinenza o appartenenza: cristiano (seguace di Cristo), berlusconiano (seguace di Berlusconi), andreottiano (da Andreotti), rossiniano (da Rossini), leopardiano (da Leopardi).

12-09-2017 — Autore: Fausto Raso