Complemento di causa? Sì, ma quale?

Riteniamo necessario fare un po' di chiarezza sul complemento di causa. Le grammatiche lo liquidano con due parole: «Indica la causa per la quale si compie l'azione espressa dal verbo e risponde alle domande sottintese perché?, per quale motivo?, a causa di che cosa? e simili»: Giovanni tremava per la paura degli esami; quei poveri barboni sono morti di freddo; il traffico è rimasto bloccato da un incidente sull'autostrada.
La causa per cui avviene ciò che esprime il verbo — ed è questo che non tutti i sacri testi grammaticali riportano — si può distinguere in: causa impediente, causa esterna, causa interna. Vediamo nell'ordine.
Causa impediente: indica il motivo che ostacola l'azione del soggetto (Per lo sciopero dei treni non potrò essere presente);
causa esterna: quando indica una ragione esterna al soggetto provocandone una reazione (Sono deluso dal comportamento dei miei amici);
causa interna: quando indica un motivo interno al soggetto provocandone reazioni psichiche o fisiche (In quell'occasione noi tutti siamo sbiancati dalla paura).
Occorre dire, però, che si tratta di distinzioni di ordine logico che non hanno conseguenze sul piano sintattico-grammaticale. Servono, però, a nostro modesto parere, a sviluppare la capacità di analizzare e ragionare.

05-06-2018 — Autore: Fausto Raso