Pedostatmo

Alcuni vocaboli di formazione greca sono adoperati scorrettamente, altri sconosciuti. Tra i primi citiamo neofita e archiatra. Il primo termine, che significa convertito di recente, nuovo adepto, formato con le voci greche νέο, neo (nuovo) e φύειν phyein (generare), latinizzato in neophytus (germogliato da poco) è divenuto in lingua italiana neofito, con tanto di desinenza -o\. È, per tanto, un sostantivo e si comporta come tale: neofito per il maschile singolare, neofita per il femminile singolare, neofiti e neofite rispettivamente per il maschile e femminile plurale.
E veniamo ad archiatra, la cui desinenza -a è tollerata. Anche in questo caso, infatti, l'unica forma corretta sarebbe con la o finale: archiatro. Questo sostantivo — adoperato un tempo per indicare il primo medico di corte e oggi rimasto in uso solo per il medico del Pontefice — è, infatti, il greco ἀρχιατρός archiatròs, composto con ἀρχή archè (primato, superiorità) e ἰατρός iatròs (medico). Da un punto di vista prettamente etimologico la desinenza a non sarebbe, quindi, giustificata. La forma scorretta archiatra si tollera, dunque, per analogia con pediatra, odontoiatra, otoiatra, psichiatra e via dicendo.
Vediamo, ora, quelli sconosciuti. Le mamme, per esempio, conoscono benissimo il pediatra ma non sanno che la bilancia per pesare i loro pargoletti si chiama pedostatmo, mentre — Dio non voglia — l'ospedale dove ricoverarli quando stanno male si chiama pedocomio (ma chi lo usa? tutti preferiscono ospedale pediatrico); infine, quando sono cresciutelli — a novant'anni — possono sperare di vederli ospitati in un gerontocomio (o gerotrofio).
E coloro che amano fare delle lunghe passeggiate ma devono rinunciarvi, a causa delle scarpe strette che procurano loro un forte dolore sotto la pianta del piede, sanno che soffrono di pedialgia? E i tantissimi uomini politici che di questi tempi fanno dei discorsi che per certi versi potremmo definire osceni sanno che sono affetti da escrologia?

01-07-2019 — Autore: Fausto Raso