Ti compra chi non ti conosce...

L'origine di questo modo di dire — dal significato intuitivo: ti dà fiducia solo colui che non ti conosce — si rifà ad una storiella popolare di autore ignoto. Si racconta, dunque, di un certo villano, Cuccumella, ingenuo e credulone, il quale un giorno mentre attraversava un bosco in compagnia del suo asino ebbe la sventura di imbattersi in due ladroni.
Questi sciolsero il somaro, poi, mentre il primo portava via l'animale, l'altro si legò la corda al collo e s'incamminò dietro a Cuccumella. Quando il pover'uomo si voltò, non vedendo più la sua bestia, chiese spiegazioni al furfante legato con la capezza e si sentì rispondere che lui era un ex galeotto appena uscito di galera. Per aver commesso un reato gravissimo era stato condannato ad incarnarsi in un somaro per un anno e un giorno.
«Carissimo Cuccumella», disse il furbo ladrone, «proprio ora finisco di scontare la mia pena, lasciami andare, ti scongiuro». L'ingenuo contadino ebbe pietà e lasciò libero il lestofante. Dopo qualche giorno Cuccumella si recò al mercato del paese per acquistare un altro somaro e fra i moltissimi asini in mostra riconobbe il proprio compagno che gli era stato rubato.
Convinto del fatto che si trattasse della stessa persona caduta ancora una volta nel peccato, si avvicinò all'orecchio del somaro e sussurrò: «Ci sei caduto di nuovo! Hai commesso qualche altro reato. Ti sta bene. La lezione non ti è bastata? Ora stai fresco, perché io non ti compro davvero. Tanto peggio per te! Ti può comprare solo chi non ti conosce!».

09-11-2008 — Autore: Fausto Raso