Fattora e fattrice

Due parole due sulla formazione del femminile dei sostantivi la cui terminazione è in -tore. Vedremo, fa poco, il perché di questa scelta.
I sostantivi in -tore, dunque, indicano, generalmente, la professione o l’occupazione sociale: pittore, direttore, uditore ecc. Questi nomi — secondo la regola generale — formano il femminile mutando la desinenza del maschile -tore in -trice: attore, attrice; direttore, direttrice; pittore, pittrice. Non mancano, come sempre, alcune eccezioni come pastore il cui femminile è pastora; tintore, tintora,
avventore, avventora
. Solo l’uso di un buon dizionario e la lettura costante di ottimi autori possono sciogliere i dubbi che spesso ci assalgono quando dobbiamo “femminilizzare” alcuni nomi che indicano professioni.
Ci è capitato di leggere, qualche giorno fa, una fattrice in luogo della forma corretta fattoressa o — anche se non elegante — fattora. Forse l’errore è spiegabile con il fatto che l’articolista ha voluto applicare la regola dei nomi in -tore e, giustamente, il fattore è diventato la fattrice; facendoci pensare, però, a una donna che fa le fatture, ma soprattutto a una femmina di animale di razza atta alla riproduzione, non alla moglie del fattore o a una donna proprietaria di una fattoria. Se quegli avesse consultato un buon vocabolario non sarebbe incorso in questo ridicolo errore.
La nostra lingua, amici, è piena di insidie; non bisogna mai essere sicuri di nulla e un bagno di umiltà eviterebbe a molte penne di cadere nel baratro linguistico. Ma torniamo al femminile, occupandoci, però, dei nomi in -sore. Lo spunto ci viene offerto da un’altra perla giornalistica: difenditrice invece della forma corretta difensora. Questo sostantivo, contrariamente alla regola che stabilisce che il femminile dei nomi in -sore è in -ditrice, ha la forma femminile, appunto, in -sora: difensore, difensora. Difenditrice è, propriamente, il femmminle di difenditore, anche se non comune.

18-05-2012 — Autore: Fausto Raso