Giovanni con Daniela passeggiavano in giardino

Il lettore Salvatore di Enna ci scrive di aver letto su un periodico una frase che lo ha lasciato interdetto: «Giovanni con Daniela passeggiavano nel giardino della loro villa». Quel passeggiavano non è un errore – domanda il lettore – visto che il soggetto (Giovanni) è uno? No, cortese amico, la frase è perfettamente in regola con le... regole della nostra lingua. Vediamo.

La norma stabilisce, dunque, che il verbo concorda con il soggetto nel numero e nella persona: io dormo; tu cammini; noi leggiamo; essi cantano. Se una proposizione (o frase) ha due o più soggetti il verbo si mette – generalmente – nella forma plurale: Pasquale e Carlo erano amici d’infanzia. Questa la legge generale. Esiste, tuttavia, una deroga a questa legge linguistica.
Il verbo può avere tanto la forma singolare quanto quella plurale nei seguenti casi:
1) quando il soggetto è rappresentato da un nome collettivo seguito da un complemento di specificazione: un gruppo di scolari partì / partirono per una gita;
2) quando i soggetti sono separati tra loro dalle congiunzioni disgiuntive o, oppure, né: né l’amore né la persuasione è / sono bastati a convincerlo;
3) quando i soggetti sono riuniti dalla preposizione con (ed è il caso che interessa al nostro amico lettore): Giovanni con Daniela passeggiava / passeggiavano in giardino;
4) quando i soggetti inanimati (non persone o animali, quindi) sono considerati un tutt’uno, allorché esprimono, insomma, un’unica idea: l’amore e la comprensione del padre fu / furono determinanti;
5) quando i soggetti si intendono riferiti a uno stesso verbo: tuoni, fulmini, grandine si abbatté / abbatterono sul paese.

Un’ultima annotazione, cortese Salvatore. Quando i soggetti sono di genere diverso il verbo si pone nella forma plurale maschile: Pasquale, Caterina e Giancarlo furono rimproverati dal direttore. Se si tratta però, di soggetti inanimati, vale a dire di cose, il verbo può concordare con il soggetto più vicino: aerei e navi furono avvistati / avvistate. In questo caso si dice, in linguistica, accordo per attrazione. È lo stesso caso, insomma, della costruzione a senso, chiamata sillessi.

06-12-2015 — Autore: Fausto Raso