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Bruno Lauzi
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«Ora dicono fosse un poeta / Che sapesse parlare d'amore
Cosa importa se in fondo uno muore / E non può più parlare di te»(B. Lauzi, Il poeta)
Bruno Lauzi (Asmara, 8 agosto 1937 – Peschiera Borromeo, 24 ottobre 2006) è stato un cantautore, compositore e cabarettista italiano.
Artista poliedrico, interpretò e scrisse molte canzoni di successo, soprattutto per celebri interpreti femminili della musica italiana, come Mia Martini e Ornella Vanoni, oltre a cimentarsi nella poesia e nella letteratura.
Nato nella colonia italiana dell'Eritrea, ma cresciuto a Genova, è considerato - insieme con Fabrizio De André, Umberto Bindi, Luigi Tenco, Sergio Endrigo e Gino Paoli - tra i fondatori e maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori.
Nel libro Il caso del pompelmo levigato e nella sua autobiografia, Lauzi narra che la madre, Laura Nahum, era di origine ebraica - anche se sposò un cattolico, convertendosi, e occultò poi le proprie origini per sfuggire alle successive leggi razziali fasciste - e di conseguenza, secondo la legge ebraica, lo era, non culturalmente ma etnicamente, anche lui. Dal padre, liberale e antifascista ligure, ereditò un sentimento di tolleranza e il desiderio di libertà.
Il gruppo con Tenco e l'esordio solista
L'inclinazione artistica di Lauzi si manifesta piuttosto precocemente. Sono gli anni cinquanta quando, insieme all'amico Luigi Tenco, compagno di banco al ginnasio con il quale condivide la passione per le pellicole musicali e per il jazz, forma un gruppo musicale e inizia a scrivere i primi brani. Appassionato di poesia e letteratura, legge, tra gli altri, Federico García Lorca ed Ezra Pound, e si iscrive alla facoltà di giurisprudenza all'Università statale di Milano, dedicandosi contemporaneamente al jazz e all'ascolto dei cantautori francesi, come Jacques Brel, Georges Brassens e Charles Aznavour. Per dedicarsi interamente alla musica, lascia gli studi a due esami dalla laurea.
Nel 1960 Giorgio Gaber incide su 45 giri una sua canzone (con il testo di Mogol), Bella, che è il debutto, seppur solo come autore, di Lauzi.
L'inizio della carriera come cantautore avviene nel 1962: con lo pseudonimo di Miguel e i Caravana incide due canzoni in lingua genovese, dalle sonorità brasiliane (a causa della notevole somiglianza ad orecchio fra genovese e portoghese), A Bertoela e O frigideiro ("Il frigorifero"), che oltre ad ottenere un discreto successo, gli apre le porte del cabaret: viene infatti chiamato al Derby Club di Milano per effettuare alcuni spettacoli.
Il successo
Il successo con il suo vero nome avviene con una serie di canzoni: Ritornerai, Ti ruberò, Margherita, Viva la libertà, e Il poeta (scritta nel 1963 e considerata dalla critica uno dei manifesti della scuola genovese), che verrà incisa anche da Gino Paoli. La canzone rimase qualche anno nel cassetto (Lauzi la interpreterà dopo Paoli), poiché non aveva avuto il "visto" della censura, a causa del rifiuto di togliere il verso che si riferisce al suicidio del protagonista.
È del 1965 la sua unica partecipazione al Festival di Sanremo con il brano Il tuo amore, un valzer che riecheggia atmosfere francesi, che viene ignorato dalle giurie e non viene ammesso alla finale.
Con i colleghi della scuola genovese avrà sempre, come tutto il mondo dello spettacolo, un rapporto particolare, a causa di un carattere poco incline ai compromessi, anche se generoso.
Lauzi rimase molto scosso dal suicidio dell'amico Tenco, avvenuto durante il festival di Sanremo 1967, tanto che ne parlerà esplicitamente solo molti anni dopo, e ne criticherà anche la celebrazione postuma fattane da Fabrizio De André in Preghiera in gennaio, che egli vedeva quasi come un'apologia dell'estremo gesto. Il cantante smentirà anche, infatti, che la canzone Il poeta fosse dedicata all'amico suicida, in quanto scritta anni prima; probabilmente venne invece ispirata dai romanzi di Piero Chiara. Lo scrittore era difatti un amico di Lauzi, con cui, dopo il 1956, quando si era trasferito a Varese, aveva iniziato una collaborazione come correttore delle bozze dei suoi libri.
Al filone romantico Lauzi alterna spesso canzoni umoristiche, come la già citata O frigideiro e Garibaldi blues (cover con testo in italiano di Fever). Questo aspetto del suo talento creativo lo porterà successivamente a collaborare con comici e cabarettisti quali Lino Toffolo ed Enzo Jannacci, per i quali scrive diverse canzoni, tra cui Il metrò e Ragazzo padre, oltre a dedicarsi anche alle canzoni per bambini, come le celebri Johnny Bassotto e La tartaruga.
Collaborazioni artistiche e partecipazioni televisive
Nel 1970 Lauzi inizia la collaborazione con Mogol e Lucio Battisti, che lo portano alla loro casa discografica, la Numero Uno, e scrivono a loro volta per lui diversi motivi di successo: Mary oh Mary, E penso a te, Amore caro, amore bello, L'aquila e Un uomo che ti ama. Lauzi non mancherà però di criticare alcune canzoni di Mogol, ritenute avere testi troppo banali e commerciali, così come avrà divergenze di idee con molti altri.
Alla Numero Uno l'artista conosce il giovane cantautore napoletano, Edoardo Bennato, con cui scrive Lei non è qui... non è là.
Negli anni settanta, Lauzi è tra i primissimi personaggi dello spettacolo a intervenire in trasmissioni delle prime televisioni private, allora agli albori, dopo che ritenne di essere ostracizzato dalla RAI e dalla censura di alcune canzoni. A Telebiella si esibisce in un concerto precedentemente rifiutato dalla Rai. La sua presenza nella piccola emittente piemontese avrà grande riscontro sulla stampa nazionale.
Nel 1976, sempre alla Numero Uno, diventa amico di Walter Zabai; i due si trovano spesso a scrivere canzoni nella casa di Peschiera Borromeo.senzafonte
Nel 1978 conduce con Daniela Poggi su Telemilano, il programma tv Edizione straordinaria: si tratta di un contenitore musicale ambientato in uno studio televisivo, nel quale il cantante genovese con piglio ironico e caustico alterna alcuni estratti dal suo repertorio, alle interviste ai vari artisti ospiti, che a loro volta presentano i propri brani.
Nel maggio 1980, Antennatre trasmise l'operetta La duchessa di Chicago con Sandro Massimini, Ugo Benelli e Lauzi.
Il 30 giugno del 1995, a pochi giorni dalla scomparsa di Mia Martini, partecipa all'"Omaggio a Mia Martini" organizzato a Lamezia Terme, cantando "Piccolo Uomo", che trasforma per l'occasione in "Piccola Donna". Lo spettacolo è trasmesso da Rai Due in differita il 20 luglio.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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