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Giacomo Casanova
(✶1725 †1798)
Opere postume
1886 - Le Polemoscope, a cura di Gustave Kahn, Paris, La Vogue.1960-1962 - Histoire de ma vie, F.A. Brockhaus, Wiesbaden e Plon, Parigi. Edizioni italiane basate sul manoscritto originale: Piero Chiara (a cura di), traduzione Giancarlo Buzzi - Giacomo Casanova, Storia della mia vita, ed. Mondadori 1965. VII voll. di cui uno di note, documenti e apparato critico. Piero Chiara e Federico Roncoroni (a cura di) - Giacomo Casanova, Storia della mia vita, Milano, Mondadori "I meridiani" 1983. III voll. Ultima edizione: Milano, Mondadori "I meridiani", 2001.
1968 - Saggi libelli e satire di Giacomo Casanova, a cura di Piero Chiara, Milano. Longanesi C.
1969 - Epistolario (1759 - 1798) di Giacomo Casanova, a cura di Piero Chiara, Milano. Longanesi C.
1978 - Rapporti di Giacomo Casanova con i paesi del Nord. A proposito dell'inedito "Prosopopea Ecaterina II (1773-74). a cura di Enrico Straub. Venezia. Centro tedesco di studi veneziani.
1985 - Examen des "Etudes de la Nature" et de "Paul et Virginie" de Bernardin de Saint Pierre, a cura di Marco Leeflang e Tom Vitelli. Utrecht, 1985. Edizione italiana: Analisi degli "Studi della natura" e di "Paolo e Francesca" di Bernardin de Saint Pierre, a cura di Gianluca Simeoni, Bologna, Pendragon, 2003, ISBN 88-8342-202-3
1990 - Pensieri libertini, a cura di Federico di Trocchio (sulle opere filosofiche inedite rinvenute a Dux), Milano, Rusconi.
1993 - Philocalies sur les sottises des mortels, a cura di Tom Vitelli. Salt Lake City.
1993 - Jacques Casanova de Seingalt - Histoire de ma vie. Texte intégral du manuscrit original, suivi de textes inédits. Édition présentée et établie par Francis Lacassin. (ISBN 2-221-06520-4). Éditions Robert Laffont. Si tratta dell'edizione in 12 volumi (3 tomi) del manoscritto originale in francese. Da considerare, allo stato (2012), l'edizione critica di riferimento.
1997 - Iliade di Omero in veneziano Tradotta in ottava rima. Canto primo. Riproduzione integrale del manoscritto a fronte, Venezia, Editoria Universitaria.
1998 - Iliade di Omero in veneziano Tradotta in ottava rima. Canto secondo. Riproduzione integrale del manoscritto a fronte. Venezia, Editoria Universitaria.
2005 - Dell'Iliade d'Omero tradotta in veneziano da Giacomo Casanova. Canti otto. Mariano del Friuli, Edizioni della Laguna.
2005 - Iliade di Omero in veneziano. Tradotta in ottava rima. Riproduzione integrale del manoscritto a fronte. Venezia, Editoria Universitaria, ISBN 978-88-88618-47-0
2005 - Dialoghi sul suicidio. Roma, Aracne, ISBN 88-548-0312-X
2006 - Iliade di Omero in idioma toscano. Riproduzione integrale dell'edizione Modesto Fenzo (1775-1778). Venezia, Editoria Universitaria.
2013 - Histoire de ma vie, tome I. Édition publiée sous la direction de Gérard Lahouati et Marie-Françoise Luna avec la collaboration de Furio Luccichenti et Helmut Watzlawick. Collection Bibliothèque de la Pléiade (n° 132), Gallimard. ISBN 978-2-07-011712-3
2013 - Histoire de ma vie, tome I. Édition établie par Jean-Christophe Igalens et Érik Leborgne, Laffont, Bouquins. ISBN 2-221-13135-5
2015 Histoire de ma vie, tome II. Édition publiée sous la direction de Gérard Lahouati et Marie-Françoise Luna avec la collaboration de Furio Luccichenti et Helmut Watzlawick. Collection Bibliothèque de la Pléiade (n° 137), Gallimard. ISBN 978-2-07-013054-2
2015 Histoire de ma vie, tome III. Édition publiée sous la direction de Gérard Lahouati et Marie-Françoise Luna avec la collaboration de Furio Luccichenti et Helmut Watzlawick. Collection Bibliothèque de la Pléiade (n° 147), Gallimard. ISBN ISBN 978-2-07-013055-9
Valore letterario e fortuna dell'opera casanoviana
Sul valore letterario e la validità storica dell'opera di Giacomo Casanova si è discusso parecchio. Intanto bisogna distinguere tra l'opera autobiografica e il resto della produzione. Malgrado gli sforzi fatti per accreditarsi come letterato, storico, filosofo e addirittura matematico, Casanova non ebbe in vita, e tantomeno da morto, nessuna notorietà e nessun successo. Successo che arrise invece all'opera autobiografica, anche se si manifestò in tempi molto posteriori alla morte dell'autore.La sua produzione fu spesso d'occasione, cioè di frequente i suoi scritti furono creati per ottenere qualche beneficio. Principale esempio è la Confutazione della Storia del Governo Veneto d'Amelot de la Houssaye, scritta in gran parte durante la detenzione a Barcellona nel 1768, che avrebbe dovuto servire, e infatti così fu, a ingraziarsi il governo veneziano e ad ottenere la tanto sospirata grazia.
Lo stesso si può dire per opere scritte nella speranza di ottenere qualche incarico da Caterina II di Russia o da Federico II di Prussia. Altre opere, come l'Icosameron, avrebbero dovuto sancire il successo letterario dell'autore ma così non fu. Il primo vero successo editoriale fu ottenuto dall'Historia della mia fuga dai Piombi che ebbe una diffusione immediata e varie edizioni, sia in italiano che in francese ma il caso è praticamente unico e di proporzioni limitate a causa delle dimensioni dell'opera costituita dal racconto dell'evasione. Sembra quasi che Casanova tollerasse le sue creature autobiografiche e il loro successo, continuando a inseguire, con opere non autobiografiche, un successo letterario che non arrivò mai.
Questo aspetto fu acutamente osservato da un memorialista contemporaneo, il principe Charles Joseph de Ligne, il quale scrisse che il fascino di Casanova stava tutto nei suoi racconti autobiografici, sia verbali che trascritti, cioè sia la narrazione salottiera che la versione stampata delle sue avventure. Tanto era brillante e trascinante quando parlava della sua vita- osserva de Ligne - quanto terribilmente noioso, prolisso, banale quando parlava o scriveva su altre materie. Ma sembra che questo, Casanova, non abbia mai voluto accettarlo. E soffriva tremendamente di non avere quel riconoscimento letterario o meglio scientifico a cui ambiva.
Da ciò si può comprendere l'astio nei confronti di Voltaire, che nascondeva una profonda invidia e una sconfinata ammirazione. Quindi anche contro la volontà dell'autore, quasi invidioso dei suoi figli più fortunati ma meno prediletti, le opere autobiografiche avrebbero potuto essere un grande successo editoriale quando egli era ancora in vita. Ma ciò avvenne in misura molto ridotta per vari motivi: principalmente perché questo filone fu iniziato tardi. Si pensi ad esempio che la narrazione della fuga dai Piombi, che costituì per decenni il cavallo di battaglia del Casanova salottiero, fu pubblicata soltanto nel 1787.
Inoltre l'opera "vera", cioè quella in cui aveva trasfuso tutto sé stesso, l'Histoire, fu scritta proprio negli ultimi anni di vita e il motivo è semplice: infatti lui stesso affermò, in una lettera del 1791 indirizzata a quel Zuan Carlo Grimani, da lui offeso molti anni prima e che era stato la causa del secondo esilio: "... ora che la mia età mi fa credere di aver finito di farla, ho scritto la Storia della mia vita...". Cioè sembra che per mettere su carta tutto in forma definitiva, l'autore dovesse prima ammettere con sé stesso che la storia era terminata e di futuro davanti da vivere non ce n'era più. Ammissione questa sempre dolorosa per chiunque, in particolare per un uomo che aveva creato una vita-capolavoro irripetibile.
Ma un altro aspetto, questo strutturale, ha ritardato la fortuna dell'opera autobiografica: l'Histoire era all'epoca assolutamente impubblicabile. Non è un caso che la prima edizione francese del manoscritto, acquistato dall'editore Friedrich Arnold Brockhaus di Lipsia nel 1821, fu pubblicata, dal 1826 al 1838, però in una versione notevolmente rimaneggiata da Jean Laforgue, il quale non si limitò a "purgare" l'opera, sopprimendo passi ritenuti troppo audaci, ma intervenne a tappeto modificando anche l'ideologia dell'autore, facendone una sorta di giacobino avverso alle oligarchie dominanti. Ciò non corrispondeva affatto alla verità storica, perché di Casanova si può dire che era ribelle e trasgressivo, ma politicamente era un fautore dell'ancien régime, come dimostrano chiaramente il suo epistolario, opere specifiche e la stessa Histoire. In un passo delle Memorie, Casanova esprime chiaramente il suo punto di vista sull'argomento della Rivoluzione:
«Ma si vedrà che razza di dispotismo è quello di un popolo sfrenato, feroce, indomabile, che si raduna, impicca, taglia teste e assassina coloro che non appartenendo al popolo osano mostrare come la pensano.»
Per l'edizione definitiva delle memorie si dovette attendere fino a quando la casa Brockhaus decise di pubblicare, insieme all'editore Plon di Parigi (dal 1960 al 1962), il testo originale in sei volumi curato da Angelika Hübscher. Ciò fu dovuto all'impianto generale dell'opera, di un cinismo (a detta dell'autore e degli smaliziati contemporanei, come de Ligne) assolutamente impresentabile. Quello che essi chiamarono cinismo sarà considerato, due secoli dopo, modernità e realismo.
Casanova è già uno scrittore di costume "moderno". Non teme di rivelare situazioni, inclinazioni, attività, trame e soprattutto confessioni che erano all'epoca, e tali rimasero ancora più di un secolo, assolutamente irriferibili. Naturalmente il primo problema, ma questo limitato a pochi anni dopo la morte dell'autore, fu quello di aver citato personaggi di primissimo piano, con circostanze molto precise del loro agire. Le memorie sono affollate all'inverosimile dagli attori principali della storia europea del Settecento, sia quella politica che culturale. Probabilmente si farebbe prima a dire di chi Casanova non ha scritto, e chi non ha incontrato, tanto vasto è stato il panorama delle sue frequentazioni.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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