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Giovan Battista Marino
(✶1569 †1625)
Ma il fondamentale esordio di una critica approfondita dell'opera mariniana è un testo a tutt'oggi di riferimento, Storia della vita e delle opere del cavalier Marino, di Angelo Borzelli, dato alle stampe in una prima versione nel 1898, e poi ristampato, con la cassazione di alcuni errori, nel 1927. Il lavoro, d'impostazione storica più che filologica, dava per la prima volta conto di tutta una serie di notizie sulla vita e sull'opera del Marino, curando anche il contesto e la biblioteca su cui si era formato, riportando anche una quantità d'inediti e primizie d'archivio. Nonostante alcuni errori, rimane a tutt'oggi un punto di riferimento sicuro. La seguente Storia dell'età barocca in Italia di Benedetto Croce, del 1929, è più significativa della ricezione della temperie da parte dell'intellettualità durante il fascismo che come studio in sé (anche perché del Marino si tratta pochissimo, e con sensibile nausea; ma interessanti le puntualizzazioni del Croce sulle artate deformità del dettato mariniano, evidenze del suo cinico nichilismo, sulle quali normalmente non ci si sofferma).
Ma L'Adone, così come gran parte della letteratura barocca, è stato ormai approfonditamente studiato e ampiamente rivalutato a partire da Giovanni Getto negli anni '60 e in seguito, nel 1975, dal Marzio Pieri e nel 1976 da Giovanni Pozzi (rist. Adelphi 1988), già editore delle Dicerie sacre (1960) e pioniere di un nuovo corso di studii sul Marino. A partire dai due studiosi, legati rispettivamente alle università di Parma e di Friburgo, si sono creati due filoni d'indagine, di ispirazione esegetica molto diversa e talora anche in contrasto tra loro. Pieri ha impostato la propria analisi dell’Adone, seguendo i criterii di edizione dei classici Laterza (privi di introduzioni "contenutistiche" o analisi estetiche e forniti dei soli apparati), dapprima in senso prettamente filologico, per poi accentuare, in un grande numero di testi a seguire, la centralità della figura del Marino come autore "moderno", capofila di una "letteratura minore" o addirittura "minima", non interessata ad affrontare tematiche presuntamente centrali ma sensibile alla vita dei sensi, alle più recondite suggestioni, agli effetti più sottili e sfuggenti, al mondo delle relazioni; un "grado zero" dell'attività poetica. Raggiungendo esiti anche di grande astrazione non ha esitato a trovare tra singoli versi del Marino e svariati contemporanei le 'rime interne' più impreviste e inaspettate, come accumulando "motivi per lèggere" il Marino.
Il Pozzi, invece, secondo un'impostazione esegetica più classica, ha praticamente completato lo spoglio delle fonti dell’Adone, in specie nella seconda, fondamentale impressione, e questo rimane il suo apporto primario. Per quanto riguarda gli aspetti formali del poema, di cui s'è occupato intensamente, gli esiti sono stati più opinabili. Negando la presenza di una struttura vera e propria all’Adone, gli ha riconosciuto una forma molto raffinata che definisce "bifocale ed ellittica" - che macrostrutturalmente dovrebbe rappresentare l'assetto dialettico del "contraposito" - e che rifletterebbe (secondo Pozzi) l'"irresoluzione dell'uomo secentesco di fronte ai due modelli cosmici contraddittori, tolemaico e copernicano". Ricordiamo che l Adone ospita una stupenda apostrofe a Galileo Galilei, ma nonostante il viaggio interplanetario di Adone guidato da Mercurio, la struttura dell'universo mariniano non è esplicitata al punto da consentire di affiliare il Marino (verosimilmente assai poco interessato) o all'una o all'altra scuola di pensiero. Abortito, a causa dell'uscita per le stampe del primo Adone curato dal Pozzi, il progetto di Amedeo Quondam di ripercorrere l'intero testo come "poema di emblemi" (un'impostazione esegetica favorita da un'affermazione dello stesso Marino, ma ritenuta poi impraticabile per eccessiva ingenuità), un grande numero di studiosi si è concentrato poi su questo o quell'aspetto dell'opera, senza fornire altre impostazioni critiche complessive.
Più recentemente nel 2002 è da ricordare la pubblicazione in Francia del saggio di Marie-France Tristan La Scène de l'écriture, che cerca (sarà il lettore a giudicare quanto convincentemente) di mettere in evidenza il carattere filosofico della poesia del Marino, comunque fondendo la cosmogonia ironicamente cattolica delle Dicerie con quella pagana dell’Adone. Complementa gli sforzi della Tristan, nel 2010, Periferia continua e senza punto di Giuseppe Alonzo, che pone con più precisione la Weltanschauung mariniana con il continuismo filosofico secentesco, che ha avuto in Leibniz la sua espressione più articolata. Non necessariamente deve sortirne un filosofo-poeta, ma le motivazioni di una retorica considerata a lungo gratuitamente fiorita e priva di freno risultano sicuramente più chiare.
Bibliografia
Per L'Adone:
L'Adone, ed. critica e commento a cura di G. Pozzi, Milano, Mondadori, 1976 [e ristampe successive];
L'Adone, ed. critica a cura di M. Pieri, Bari, Laterza, 1975-1977.
L'Adone, ed. critica e commento a cura di M. Pieri, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1996.
L'Adone, ed. critica a cura di M. Pieri, Trento, La Finestra, 2004.
L'Adone, ed. critica e commento a cura di E. Russo, Milano, Bur, 2013.
Altre opere:
La Galeria [edizione], a c. di M. Pieri e A. Ruffino. Con CD-Rom I Pittori del Marino
La Sampogna con le egloghe boscarecce [edizione] con una scelta di idillii Capponi-Argoli-Preti-Busenello, a c. di M. Pieri, A. Ruffino e L. Salvarani. Con CD-Rom Nascita del Paesaggio
La Sampogna,a cura di V. de Maldè, Parma, Guanda, 1993.
La Lira 1614 [edizione], a c. di L. Salvarani.
Panegirici Epithalami. Col Verdeutschter Kindermord des Ritters Marino di B. H. Brockes [edizione], a c. di Diego Varini, A. Ruffino, L. Madella, L. Salvarani.
Studi
Francesco de Sanctis, Storia della letteratura italiana, Torino: Unione tipografico-editrice torinese, 1879, vol.II, 2 voll.Angelo Borzelli, Il Cavalier Giovan Battista Marino (1569-1625), Napoli, Gennaro M. Priore, 1898.
Marziano Guglielminetti, Tecnica e invenzione nell’opera di Giambattista Marino, Messina 1964.
Carmela Colombo, Cultura e tradizione nell Adone die Giovan Battista Marino, Padova 1967.
Ottavio Besomi, Ricerche intorno alla Lira di G. B. Marino, Padua 1969.
Bruno Porcelli, Le misure della fabbrica. Studi sull Adone del Marino e sulla Fiera del Buonarotti, Milano 1980.
Michele Dell’Ambrogio, Tradurre, imitare, rubare: appunti sugli ‚Epitalami’ del Marino, in: Forme e vicende. Per Giovanni Pozzi, a cura di Ottavio Besomi. Padova 1988, p. 269-293.
Francesco Guardiani, La meraviglioso retorica dell’Adone di G. B. Marino, Florenz 1989.
Marzio Pieri, Marino e i Marinisti, a Napoli di nuovo, Neapel 1990.
Maurice Slawinski, The Poet’s Senses: G-B. Marino’s Epic Poem "L’Adone" and the New Science, in: Comparative Criticiscm: A Yearbook 13 (1991), p. 51-81.
The Sense of Marino: Literature, fine Arts, and Music of the Italian Baroque. A cura di Francesco Guardiani New York 1994.
Francesco Guardiani: Giovan Battista Marino’s L’Adone: A Key to Baroque Civilisation, in: The Image of the Baroque. A cura di Aldo Scaglione, Gianni Eugenio Viola New York 1995, p.73-91.
Rainer Stillers, Mythologische Poetik in der Dichtung Giovan Battista Marinos, in: Mythos und Text. Kolloquium zu Ehren von Ludwig Schrader am 11. März 1992 an der Heinrich-Heine-Universität Düsseldorf. A cura di Siegfried Jüttner. Düsseldorf 1997, p. 1-17.
Ulrich Schulz-Buschhaus, Intertextualität und Modernismus bei Giovan Battista Marino. Interpretationen zu den Idilli pastorali "La bruna pastorella" und "La ninfa avara", in: Diskurse des Barock. Dezentrierte oder rezentrierte Welt, a cura di Joachim Küpper, Friedrich Wolfzettel, München 2000 (Romanistisches Kolloquium IX), p. 331-357.
Winfried Wehle, Diaphora – Barock: eine Reflexionsfigur von Renaissance. Wandlungen Arkadiens bei Sannazaro, Tasso und Marino, in: Diskurse des Barock. Dezentrierte oder rezentrierte Welt, a cura di Joachim Küpper, Friedrich Wolfzettel. München 2000, p. 95-145.
Marie-France Tristan, La scène de l’écriture. Essai sur la poésie philosophique du Cavalier Marin (1569-1625). Paris 2002.
Paolo Cherchi, Marino and the ‚Meraviglia’, in: Culture and Authority in the Baroque, a cura di Massimo Ciavolella, Patrick Coleman Toronto 2005, p. 63-72.
Pasquale Sabbatino, "Una montagna aspra e erta" e "un bellissimo piano e dilettevole". Il modello narrativo del Decameron e La Galeria del Marino nelle Vite di Bellori, in "Cahiers d'études italiennes. Filigrana", n. 8, 2008 (Boccace à la Renaissance. Lectures, traductions, influences en Italie et en France. Actes du Colloque Héritage et fortune de Boccace, 12-14 octobre 2006 à l'université Stendhal-Grenoble 3), pp.149-175, ISBN 978-2-84310-122-9.
Marie-France Tristan, Sileno barocco. Il ‚Cavalier Marino’ fra sacro e profano, Lavis 2008
Marino e il Barocco, da Napoli a Parigi, a cura di Emilio Russo, Alessandria, 2009.
Jörn Steigerwald, Amors Gedenken an Psyche: Die novelletta in Giambattista Marinos "Adone", in: Geschichte – Erinnerung – Ästhetik. Tagung zum 65. Geburtstag von Dietmar Rieger, a cura di Kirsten Dickhaut, Stefanie Wodianka, Tübingen 2010, p. 175-194.
Carmelo Coco, “Il plagio letterario di Marino ai danni di Rabelais” in “L’incredibile congegno che permette di viaggiare all’interno dei libri”, youcanprint, 2015.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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