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Giuseppe Garibaldi
(✶ 1807 †1882)
Appartenenza massonica
La carriera di Garibaldi nella massoneria cominciò con la sua iniziazione nel 1844 nella Loggia "Asil de la Vertud" a Montevideo e culminò con la suprema carica di Gran maestro del Grande Oriente d'Italia, col 33º grado del Rito scozzese, ricevuto a Torino l'11 marzo 1862, quando fu nominato Presidente del Supremo Consiglio, e con la carica di Gran Hyerophante del Rito di Memphis e Misraim nel 1881. Il Grande Oriente di Palermo gli conferì tutti i gradi scozzesi dal 4º al 33º e a condurre il rito furono sei massoni, tra cui Francesco Crispi. Tra i più famosi garibaldini, molti erano i massoni, come Nino Bixio, Giacomo Medici, Stefano Turr. Durante il soggiorno a Ischia nel 1864, dove si teneva un consiglio di guerra, Garibaldi dovette dimettersi da Gran Maestro dell'ordine per troppi problemi di salute.Impegno civile
Garibaldi, pur ritenendo lecita l'uccisione di nemici in battaglia e traditori in tempo di guerra, a partire dal 1861 si batté per l'abolizione della pena di morte, proponendo varie volte una legge che la abolisse del Codice penale vigente.Come detto, il generale fu un grande amante della natura e degli animali, dei quali si volle circondare anche nella sua residenza di Caprera; questo grande amore si palesò quando nel 1871, anno nel quale Giuseppe Garibaldi, su esplicito invito di una nobildonna inglese, lady Anna Winter, contessa di Southerland, incaricò il suo medico personale, il dottor Timoteo Riboli, con studio in Torino, al n.2 dell'attuale via Lagrange, di costituire una Società per la Protezione degli Animali, annoverando la signora Winter e Garibaldi come soci fondatori e presidenti onorari; oggi la società è nota come Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA). Attualmente l'ENPA è il più antico e importante ente di protezione e salvaguardia animale in Italia. In seguito a queste riflessioni e azioni animaliste, Garibaldi divenne quasi vegetariano in tarda età e rinunciò alla caccia, che era stata una sua grande passione fin da giovane, in nome del rispetto della vita degli animali.
Un altro grande impegno dell'eroe dei due mondi, come accennato, fu quello per la pace tra i popoli: nonostante le numerose guerre, egli riteneva lecito usare la forza militare solo per liberare le nazioni e difendersi dai nemici, manifestando altrimenti una forte convinzione pacifista e umanitaria.
Garibaldi criticò le misure prese contro il brigantaggio postunitario dal nuovo governo italiano, come l'uso della legge marziale e la feroce repressione, nonché la rigida estensione della leva militare obbligatoria piemontese al sud Italia, che giudicava controproducente, preferendo l'entusiasmo volontaristico che aveva animato i suoi eserciti.
Le donne di Garibaldi
In seguito alla morte di Anita, Garibaldi frequentò diverse donne alla ricerca della giusta compagna di vita. La nobile inglese Emma Roberts fu la sua compagna per diverso tempo, a lei dedicherà una delle sue navi, il rapportò terminò dopo la visita del nizzardo in Inghilterra nel 1856. Altra donna ricordata dall'eroe era la contessa Maria Martini della Torre, conosciuta a Londra nel 1854, mentre di breve durata il rapporto con Paolina Pepoli vedova trentenne, nipote di Gioacchino Murat.La baronessa di origini inglesi Maria Esperance von Schwartz, figlia di un banchiere, vedova del cugino del padre che si era suicidato, vide per la prima volta il nizzardo nel 1849, poi nel 1857 giunse a Caprera e vi ritornò l'anno seguente, quando Garibaldi le chiese di diventare la madre dei suoi figli la donna volle rifletterci sopra. In seguito i sentimenti si indebolirono, anche per colpa di un'altra donna, Battistina Ravello, che serviva Garibaldi a Caprera. Da lei nel 1859 ebbe una figlia, chiamata Anita e battezzata con il nome di Anna Maria Imeni.
Altra donna importante nella vita di Garibaldi fu Giuseppina Raimondi, la giovane ragazza colpì l'eroe per il coraggio dimostrato, i due si sposarono a Fino Mornasco il 24 gennaio 1860, ma presto ricevette una lettera che lo avvertì di un amante della donna, Garibaldi chiese alla donna se fosse vero quello che vi era scritto e Raimondi, già incinta, non negò nulla, il nizzardo otterrà l'annullamento del matrimonio tempo dopo, nel 1879.
Dal 1865 avrà il conforto di Francesca Armosino, sua terza moglie, con cui aveva parecchi anni di differenza. Era la balia dei figli di sua figlia Teresita. Da lei ebbe tre figli di cui uno morì a 18 mesi.
Bibliografia
Carmelo Calci, Garibaldi e i suoi tempi. Immagini dei protagonisti, Bardi Editore, Roma 2008.Ugo Carcassi, Giuseppe Garibaldi: profilo di un rivoluzionario, Sassari, Carlo Delfino Editore, 2001, ISBN88-7138-248-X.
Clelia Garibaldi, Mio Padre, Erasmo, 2007.
Denis Mack Smith, Garibaldi (ristampa), Mondadori, 2009, ISBN978-88-04-45797-8.
Andrea Possieri, Garibaldi, Il mulino, 2010, ISBN978-88-15-13975-7.
Mario Isnenghi, Garibaldi fu ferito. Il mito, le favole, Donzelli editore, 2010, ISBN978-88-6036-503-3.
Alexandre Dumas, traduzione di Mino Milani, Le memorie di Garibaldi (quarta ristampa), Mursia, 2005, ISBN978-88-425-2996-5.
Lucy Riall, Garibaldi. L'invenzione di un eroe, tradotto da David Scaffei, Mondadori editore (su licenza Laterza), 2011.
Alfonso Scirocco, Garibaldi. Battaglie, amori, ideali di un cittadino del mondo, Editori Laterza, 2009, ISBN978-88-420-8408-2.
Mino Milani, Giuseppe Garibaldi (Storia, biografie, diari), Mursia, 2006, ISBN978-88-425-2997-2.
Indro Montanelli, Marco Nozza, Giuseppe Garibaldi (Seconda edizione), BUR, 2007, ISBN978-88-17-01509-7.
Gustavo Sacerdote, La vita di Giuseppe Garibaldi: secondo i risultati delle più recenti indagini storiche, Rizzoli c., 1933.
Giuseppe Guerzoni, Garibaldi, di Giuseppe Guerzoni... (Volume II) (seconda edizione), G. Barbèra, 1882.
Davide Gnola, Il diario di bordo del capitano Giuseppe Garibaldi, Mursia, 2011, ISBN978-88-425-4373-2.
Scritti di Garibaldi
Memorie, pubblicate da A. Dumas; prima versione di L. E. Tettoni, Milano, 1860 (ora: Alexander Dumas Le memorie di Garibaldi edizione Mursia ISBN 978-88-425-2996-5)Il governo dei preti - Kaos edizioni, 2006
Clelia: Il governo dei preti (in formato pdf), Milano, 1870.
Le memorie, Nella redazione definitiva del 1872, a cura della reale commissione, Bologna-Rocca S. Casciano, 1932.
I mille, Torino, 1874.
Cantoni il volontario, romanzo storico, Milano, 1870, che ha come protagonista il garibaldino forlivese Achille Cantoni, eroicamente caduto a Mentana
Elisabetta d'Ungheria: dramma storico in cinque atti, Roma, 1879.
Manlio: romanzo contemporaneo; a cura di Maria Grazia Miotto; introduzione di Graziano Gug, Napoli, 1982.* *Lettere a Speranza von Schwartz* *Poema autobiografico dall'autografo: Carme alla morte
Nell’Edizione nazionale degli scritti di Giuseppe Garibaldi sono stati pubblicati 6 volumi a Bologna dall’editore Cappelli negli anni 1932-1937. La pubblicazione è ripresa a cura dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, che negli anni 1973-2009 ha pubblicato 14 volumi dell’ Epistolario (volumi 7-20 dell’edizione nazionale):
- Vol. 1: Le memorie di Garibaldi in una delle redazioni anteriori alla definitiva del 1872, a cura della Reale Commissione, Bologna, Cappelli, 1932, XX + 422 pagg.
- Vol. 2: Le memorie di Garibaldi nella redazione definitiva del 1872, a cura della Reale commissione, Bologna, Cappelli, 1932, 670 pagg.
- Vol. 3: I Mille, a cura della Reale commissione, Bologna, Cappelli, 1933, XVII + 407 pagg.
- Vol. 4: Scritti e discorsi politici e militari. Vol. 1. 1838-1861, a cura della Reale commissione, Bologna, Cappelli, 1934,XVII + 431 pagg.
- Vol. 5: Scritti e discorsi politici e militari. Vol. 2. 1862-1867, a cura della Reale commissione, Bologna, Cappelli, 1935, XIII + 471 pagg.
- Vol. 6: Scritti e discorsi politici e militari. Vol. 3. 1868-1882, a cura della Reale commissione, Bologna, Cappelli, 1937, XII + 620 pagg.
- Vol. 7: Epistolario. Vol. 1. 1834-1848, a cura di Giuseppe Fonterossi, Salvatore Candido, Emilia Morelli, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1973, X + 299 pagg.
- Vol. 8: Epistolario. Vol. 2. 1849, a cura di Leopoldo Sandri, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1978, X + 253 pagg.
- Vol. 9: Epistolario. Vol. 3. 1850-1858, a cura di Giancarlo Giordano, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1981, X + 235 pagg.
- Vol. 10: Epistolario. Vol. 4. 1859, a cura di Massimo De Leonardis, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1982, X + 283 pagg.
- Vol. 11: Epistolario. Vol. 5. 1860, a cura di Massimo de Leonardis, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1988, XI + 389 pagg.
- Vol. 12: Epistolario. Vol. 6. 1861-1862, a cura di Sergio La Salvia, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1983, XI + 343 pagg.
- Vol. 13: Epistolario. Vol. 7. Marzo-dicembre 1862, a cura di Sergio La Salvia, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1986, XIV + 387 pagg.
- Vol. 14: Epistolario. Vol. 8. 1863, a cura di Sergio La Salvia, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1991, XII + 269 pagg.
- Vol. 15: Epistolario. Vol. 9, 1864, a cura di Giuseppe Monsagrati, [Roma], Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1992, XVIII + 290 pagg.
- Vol. 16: Epistolario. Vol. 10. 1865-marzo 1866, a cura di Giuseppe Monsagrati,[Roma], Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1997, XIV, 263 pagg.
- Vol. 17: Epistolario. Vol. 11. Aprile-dicembre 1866, a cura di Giuseppe Monsagrati, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 2002, XVII + 406 pagg.
- Vol. 18: Epistolario. Vol. 12. Gennaio-dicembre 1867, a cura di Emma Moscati, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 2006, X + 325 pagg.
- Vol. 19: Epistolario. Vol. 13. 1868-1869, a cura di Emma Moscati, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 2008, X + 385 pagg.
- Vol. 20: Epistolario. Vol. 14. 1º gennaio 1870-14 febbraio 1871, a cura di Emma Moscati, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 2009, X + 315 pagg.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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