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Mario Calderoni
(✶1879   †1914)

Mario Calderoni (Ferrara, 30 giugno 1879 – Imola, 14 dicembre 1914) è stato un filosofo italiano.

Fu un teorico del diritto italiano (pragmatismo analitico italiano).

Mario Calderoni nasce a Ferrara nel 1879. Fino alle scuole secondarie studia a Firenze e si laurea nel 1901 in Diritto, all'Università di Pisa, con la tesi I Postulati della Scienza Positiva ed il Diritto Penale; collabora alle riviste Il Regno e Leonardo, su cui scrive una serie di articoli, in autonomia o in collaborazione col maestro Giovanni Vailati. Presenta comunicazioni in diversi Congressi internazionali: Monaco (1896), Parigi (1900) e Ginevra (1904); mantiene contatti e scambi culturali con intellettuali di notorietà mondiale: D. Halévy, Boutroux, Russell, Couturat, Brentano, Ferrari, Pikler, Mosca, Pareto, Croce, Juvalta, C.S. Peirce e molti altri. Nel 1906 scrive il volumetto Disarmonie economiche e disarmonie morali; successivamente, nel 1909, ottiene una libera docenza in Filosofia Morale all'Università di Bologna, dove con l'anno accademico 1912/13 tiene un corso sul pragmatismo dal titolo Teoria Generale dei valori. Tra il 1909 ed il 1910 scrive - in collaborazione con Giovanni Vailati- il volume Il Pragmatismo, raccolta di tre articoli introdotti nella Rivista di Psicologia applicata (Le origini e l'idea fondamentale del Pragmatismo; Il Pragmatismo ed i vari modi di non dir niente; L'arbitrario nel funzionamento della vita psichica), che uscirà nel 1918. Morto il maestro Vailati nel 1909, col 1914 Calderoni, trascorsa l'estate a Rimini a curare i sintomi d'una bruttissima depressione, ritorna a Firenze, dove inizia nuovamente il corso universitario su Teoria Generale dei valori all'Istituto di Studi Superiori, senza riuscire a terminarlo, dal momento che, a causa di un aggravamento repentino dell'esaurimento mentale, abbandona la docenza. Muore a soli 35 anni in una casa di salute ad Imola, il 14 dicembre del 1914.

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Posizioni filosofiche

Mario Calderoni mette sotto analisi e in correlazione senso comune e scienza attraverso lo strumento meta-discorsivo della filosofia, intendendo costruire conoscenza e scienza coi mattoni della teoria della mente, e usando come riferimenti culturali analisi brentaniana di stati mentali e teoria dinamico-funzionale della mente di James e di Pikler [articoli di riferimento sono due: è con La Previsione nella teoria della conoscenza, del 1907, che Calderoni intende analizzare condizioni di verità e condizioni di validità della conoscenza, sia discernendo enunciazioni sensate da non-sensi sia indicando un metodo di verificazione, nell'istanza verificazionista di illustrare a fondo i meccanismi della conoscenza (verificazione e verità), oltre all'obiettivo – come accade anche nel Peirce- di avvicinare teoria della conoscenza e semantica dei discorsi (verità e senso); ed è col successivo articolo L'arbitrario nel funzionamento della vita psichica che Calderoni, accettata l'eredità vailatiana, intende mostrare l'esistenza di una stretta connessione tra attività conoscitive dell'uomo comune ed attività conoscitive dello scienziato, accostando tale articolo teoria della mente e teoria della scienza]. La lettura sinottica dei due testi conduce a riconoscere nel nostro autore la tendenza a costruire una teoria della mente caratterizzata da riferimenti costanti alla teoria della conoscenza e alla teoria della scienza.

Precorrendo semiotica moderna e verificazionismo schlickiano, costui – sulla scia di una certa tradizione continentale e americana indicata dal maestro Vailati- riconosce nei discorsi umani un trait d'union irresistibile tra senso e verità, e ri-definisce la norma di Peirce come norma di senso e norma di verificazione [articoli di riferimento sono due: col breve Il senso dei non sensi, del 1905, Calderoni intende esaminare cosa sia senso di una enunciazione e se esista un unico criterio idoneo a differenziare enunciazioni sensate da non-sensi o a costruire un concreto metodo di verificazione, unendo all'istanza semantica di attribuire un senso ai vari modelli di mezzo comunicativo inter-individuale il sincero desiderio analitico di rinvenire rimedi sicuri contro l'indeterminatezza naturale di termini, enunciazioni e discorsi umani, ed essendo cassa di risonanza all'obiezione contestualistica vailatiana contro l'atomismo semiotico dominante; nel successivo articolo Il Pragmatismo e i vari modi di non dir niente – totalmente debitore alla Prolusione vailatiana al corso di Storia della meccanica Alcune osservazioni sulle questioni di parole nella storia della scienza e della cultura - il nostro autore mostra di essere abile concretizzatore dell'eredità vailatiana tentando di mettere in stretta combinazione intuizione dell'artificialità dei discorsi umani e nozione di analisi semantica come “rimedio” all'indeterminatezza dei mezzi di comunicazione. La lettura sinottica dei due testi conduce a riconoscere in Calderoni tendenze a costruire una teoria dei discorsi umani caratterizzata da riferimenti a convenzionalismo e contestualismo, a rifiutare derive “essenzialistiche” nell'uso di termini ed enunciazioni e a sottolineare la valenza farmaceutica dell'analisi semantica.

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Posizioni giusfilosofiche

L'etica, nella sua dimensione totale, è tematica centrale nella riflessione culturale calderoniana, introducendo costui una modalità rivoluzionaria di considerare tale materia; nel nostro autore – e in altri autori d'ambiente simile come Juvalta e Limentani - la tradizionale distinzione tra etica normativa ed etica descrittiva è considerata insufficiente. Calderoni si mostra sostenitore di un orientamento innovativo in merito al discorso sullo statuto dell'etica: se l'etica normativa domina l'intero corso della storia dell'etica umana, il riconoscimento della valenza descrittiva dell'etica è ricorrenza teoretica dell'intero ottocento, avendo effetto sulla cultura ottocentesca la tendenza rinascimentale a considerare l'etica come una scienza. L'Ottocento concretizza antecedenti tendenze ad estendere all'ambito dell'etica i metodi delle scienze naturali e delle scienze sociali. Questa intuizione e il riconoscimento della centralità dell'analisi conducono Calderoni ad introdurre e sostenere un nuovo modello di statuto dell'etica: etica è una scienza costituita dai tre rami della meta-etica, dell'etica descrittiva e dell'etica normativa. Più che al discorso meta-etico, la narrazione di Calderoni si orienta verso l'etica descrittiva e normativa; in merito alla meta-etica non esiste un discorso diretto dei nostri due autori, laddove invece etica descrittiva e etica normativa sono esaminate con riferimenti diretti ed attraverso articoli mirati [articoli a cui si rinvia - senza tener conto della tesi di laurea I Postulati della Scienza Positiva ed il Diritto Penale dove è comunicata una visione immatura e non ancora coerente dell'etica- sono: con Du role de l'évidence en morale, del 1904, Calderoni introduce una coerente critica dell'etica normativa tradizionale mettendo sotto esame utilitarismo e kantismo etici, e con l'articolo successivo De l'utilité “marginale” dans les questions d'etìque, del 1904, introduce un tentativo di indicare un'etica descrittiva che si serva dello strumentario dell'economia; tali tentativi si concretizzano nello scritto Disarmonie economiche e disarmonie morali, contenente estesi accenni a tutti i rami della nuova scienza e mirando ad estendere in maniera definitiva all'etica lo strumentario della recente scienza economica; in L'imperativo categorico, del 1906, c'è la reazione calderoniana a neokantismo etico e ad un articolo di Croce in cui si recensiva, con molte riserve, Disarmonie; con i brevi La filosofia dei valori, del 1910, ed Il filosofo di fronte alla vita morale, del 1911, ci si limita a riassumere tematiche e discussioni antecedenti, introducendo chiarimenti ed attuando delucidazioni]. La lettura sinottica dei testi di Calderoni e Vailati mi conduce ad indicare l'esistenza di tre aree tematiche essenziali: a] un discorso sulle funzioni e sullo statuto dell'etica (meta-teoria etica), b] un dibattito sul senso di termini, enunciazioni e discorsi morali e c] una discussione su funzionamento effettivo ed ideale di un sistema morale (etica descrittiva e normativa); Calderoni si chiede cosa sia l'etica, che senso abbiano i suoi discorsi e che modello di normatività essa abbia, e si domanda come descrivere in maniera esauriente i cosiddetti mercati etici o come massimizzare l'incidenza dello scienziato della morale nella modificazione delle scelte sociali.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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