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Ugo Foscolo
(✶1778   †1827)

Pensiero e poetica

«L'armonia / vince di mille secoli il silenzio»
(Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, vv. 233-234)

Foscolo aderì con convinzione alle teorie illuministiche di stampo materialistico e meccanicistico (in particolare il materialismo di Paul Henri Thiry d'Holbach, Diderot ed Helvétius, e il sensismo di Condillac). Tali teorie, da una parte, contenevano elementi rasserenanti in quanto allontanavano le superstizioni, ma dall'altra determinarono in lui l'angoscia davanti al "nulla eterno", all'oblio che avvolge l'uomo dopo la morte. Foscolo, infatti, si può definire ateo e razionalista, ma non areligioso. In lui il pessimismo e l'ansia di eternità si agitano dando un tono drammatico a poesia e a prosa. Altre grandi ispirazioni, modelli di vita e di letteratura, furono per lui Giuseppe Parini e Vittorio Alfieri.

Volendo recuperare alcuni valori spirituali in non completo disaccordo con la ragione, egli preferì alla fede una propria, personale, "religione delle illusioni", a differenza ad esempio del Manzoni. Foscolo celebrò cioè quei valori insopprimibili nell'uomo che erano secondo lui la patria (l'Italia, ma anche Zante) - grande famiglia che garantisce "certezza d'are, di campi, di sepoltura" - l'amore, la poesia, la libertà, la bellezza, l'arte, il piacere della vita e soprattutto le nobili imprese, che rendono degni di essere ricordati. È assunto a simbolo di questa filosofia il sepolcro che, da legame di affetto, simbolo di civiltà ed esempio per i compatrioti (concetti caro agli uomini del Risorgimento), diventa suscitatore di poesia eternatrice, monumento dunque inutile ai morti ma efficace strumento per i vivi, specialmente nel caso di sepolcri o memoriali di uomini illustri. La morte non è meno vuota - e doloroso il pensiero dell'addio alla vita - se essa trascorrerà eternamente "all'ombra de' cipressi e dentro l'urne / Confortate di pianto", ma le illusioni addolciranno il tutto:

«Illusioni! grida il filosofo. - Or non è tutto illusione? tutto! Beati gli antichi che si credeano degni de' baci delle immortali dive del cielo; che sacrificavano alla Bellezza e alle Grazie; che diffondeano lo splendore della divinità su le imperfezioni dell'uomo, e che trovavano il BELLO ed il VERO accarezzando gli idoli della lor fantasia! Illusioni! ma intanto senza di esse io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancor più) nella rigida e nojosa indolenza: e se questo cuore non vorrà più sentire, io me lo strapperò dal petto con le mie mani, e lo caccerò come un servo infedele.»
(Ugo Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis)

Foscolo, oltre all'inquietudine tipicamente preromantica, è molto legato all'estetica neoclassica: fa frequente ricorso alla mitologia - così come Giambattista Vico, recuperando la teoria di Evemero, per cui gli dèi furono eroi e persone illustri, resi immortali dai poeti e dagli uomini comuni -, vede nella Grecia classica non solo la propria origine, ma anche il rifugio ideale di serenità (il "mito dell'Ellade"), lontano dal mondo dilaniato dalle guerre, ma sempre con lo sguardo rivolto alla realtà (Le Grazie); dal punto di vista formale utilizza spesso gli endecasillabi. Il suo neoclassicismo è profondamente spiritualizzato, lontano da vagheggiamenti stilizzati di gusto archeologico e decorativo. La vicinanza con Alfieri gli fa concepire l'arte sempre impegnata anche in funzione civile, come già era stato per Parini: i tre letterati saranno tra i simboli più frequenti dei risorgimentali. Dallo storicismo di Vico riprende anche l'idea che gli uomini primitivi, i quali nelle origini vivevano allo stato ferino, attraverso la religione, i matrimoni e la sepoltura sono gradualmente pervenuti alla civiltà. Influenzato dalle tragiche vicende del suo tempo, Foscolo non nutre più la fiducia nel progresso e nell'umanità degli illuministi, ma descrive gran parte del mondo come regredito ad una "foresta di belve", riprendendo le idee di Machiavelli e Hobbes; questo gli provoca, dati i suoi ideali umanitari, un conflitto doloroso, perché il cambiamento presupponeva la rivoluzione e la rivoluzione portava comunque la guerra e la violenza fratricida. Come molti intellettuali dell'epoca, Foscolo fu anche massone, iniziato nella "Loggia Reale Amalia Augusta" di Brescia.

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Opere

Fuggendo in Svizzera nel maggio del 1815, Foscolo affidò i suoi libri e gran parte dei manoscritti a Silvio Pellico il quale li vendette, qualche anno prima del suo arresto, all'amica del poeta Quirina Mocenni Magiotti e inviò il ricavato al Foscolo, nascondendosi, per delicatezza, nell'anonimato. Dalla Magiotti il fondo finì per pervenire alla Biblioteca Nazionale di Firenze, dove è tuttora conservato.

L'altro gruppo di manoscritti, formatosi soprattutto durante l'esilio, passò in eredità alla figlia Floriana e poi al canonico spagnolo, esule in Inghilterra, Miguel de Riego, che li vendette a un gruppo di estimatori del Foscolo - tra i quali Gino Capponi - e da questi alla Biblioteca Labronica di Livorno.

Altri autografi sono conservati alla Biblioteca Braidense di Milano, alla Universitaria di Pavia, alla Biblioteca di Storia moderna e contemporanea di Roma. Variamente sparse sono le lettere del Foscolo, mentre gli autografi dei Sepolcri, delle Odi, dei Sonetti e dell'Ortis furono a suo tempo distrutti dallo stesso poeta. Dei sonetti esistevano già molte copie stampate, spesso con divergenze minime nei testi, non potendo consultare l'originale.

Componimenti poetici

A Bonaparte liberatore, ode (1797)
A Luigia Pallavicini caduta da cavallo, ode (1800)
All'amica risanata, ode (1802)
Non son chi fui, perì di noi gran parte, sonetto (1802)
Che stai?, sonetto (1802)
Te nudrice alle Muse, sonetto (1802)
E tu ne' carmi avrai perenne vita, sonetto (1802)
Perché taccia il rumor di mia catena, sonetto (1802)
Così gl'interi giorni in luogo incerto, sonetto (1802)
Meritamente, però ch'io potei, sonetto (1802)
Solcata ho fronte, sonetto (1802)
Alla sera, sonetto (1803)
A Zacinto, sonetto (1803)
Alla Musa, sonetto (1803)
In morte del fratello Giovanni, sonetto (1803)
Dei sepolcri, carme (1807)
Le Grazie, poemetto incompiuto (1803-1827)

Opere di attribuzione incerta

In morte di Napoleone, inno, composto forse tra il 1821 e il 1827, inedito, manoscritto scoperto nel 2010 ritrovato a Catania tra le carte di Ottavio Profeta

Romanzi e scritti in prosa

Sesto tomo dell'io, romanzo autobiografico (1799-1801)
Ultime lettere di Jacopo Ortis, romanzo epistolare (1802-1803)

Opere teatrali

Tieste, tragedia (1795)
Edippo, tragedia (1795-1796?) - attribuita
Aiace, tragedia (1810-1811)
Ricciarda, tragedia (1813)

Altri scritti

Epistolario
Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione, (1802)
Chioma di Berenice, traduzione della versione catulliana del carme di Callimaco, (1803)
Viaggio sentimentale, traduzione del romanzo di Laurence Sterne, iniziata nel (1805), pubblicata nel (1813) dall'editore Molini, assieme alla Notizia intorno a Didimo Chierico.
Iliade, traduzione del poema omerico, (1807)
Dell'origine e dell'ufficio della letteratura (1809)
Discorso sul testo della Divina Commedia (1818)
Essays on Petrarch
Discorso storico sul testo del Decamerone
Della nuova scuola drammatica in Italia, incompiuto
Notizia intorno a Didimo Chierico

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Bibliografia

Atti dei convegni foscoliani, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 3 voll., 1988
Pellegrino Artusi, Vita di Ugo Foscolo. Note al Carme dei Sepolti, Casa Editrice Barbèra, Firenze 1878.
Walter Binni, Ugo Foscolo: storia e poesia, Einaudi, Torino 1982 (Piccola biblioteca Einaudi; 428).
Luigi Carrer, Prose edite e inedite di Ugo Foscolo, Venezia, Co' tipi del Gondoliere, 1852.
Lanfranco Caretti, Foscolo: persuasione e retorica, Nistri-Lischi, Pisa 1996 (Saggi di varia umanità; 32).
Claudio Chiancone, La scuola di Cesarotti e gli esordi del giovane Foscolo, Pisa, Edizioni ETS, 2012.
Federigo Gilbert de Winckels, Vita di Ugo Foscolo, Verona, Münster, 1885-1898, 3 voll.
Christian Del Vento, Un allievo della rivoluzione. Ugo Foscolo dal «noviziato poetico» al «nuovo classicismo» (1795-1806), Bologna, CLUEB, 2003.
Ugo Foscolo, Dei sepolcri, Piacenza, dai torchj del Majno, 1809.
Ugo Foscolo, Opere. Prosa, vol.1, Bari, G. Laterza, 1912.
Ugo Foscolo, Opere. Prosa, vol.2, Bari, G. Laterza, 1913.
Ugo Foscolo, Opere. Prosa, vol.3, Bari, G. Laterza, 1920.
Ugo Foscolo, Opere (antologie), Parigi, Baudry, Libreria Europea, 1837.
Ugo Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, [Milano], [Stamperia e fonderia del Genio Tipografico], 1802.
Mario Fubini, Ugo Foscolo: saggi, studi, note, Feltrinelli, Milano 1963.
Carlo Emilio Gadda, Il guerriero, l'amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo, 1958.
Oreste Macrì, Semantica e metrica dei Sepolcri del Foscolo 2ª ed. corr. e aumentata, Bulzoni editore, Roma 1995 (L'analisi letteraria; 19) (1ª ed. 1978).
Maria Antonietta Terzoli, Foscolo, Laterza, Roma-Bari, 2000, ISBN 88-420-6173-5, 20103, ISBN 9788842061371
Giuseppe Nicoletti, Foscolo, Salerno Editrice, Roma 2006, ISBN 978-88-8402-522-7.
Matteo Palumbo, Foscolo, il Mulino, Bologna, 2010, ISBN 978-88-15-13212-3.
Andrò a Londra. Un incontro tra István Széchenyi e Ugo Foscolo. Racconto di Stefan Malfèr in: I racconti del Calvados, a cura di Giuseppe Monsagrati, La Lepre edizioni, Roma 2009, pp.13–38, ISBN 978-88-96052-17-4.
Giuseppe Pecchio, Vita di Ugo Foscolo scritta da Giuseppe Pecchio, Lugano, G. Ruggia, 1830.
Bruno Rosada, La giovinezza di Niccolò Ugo Foscolo, Padova, Antenore, 1992.
Michele Saponaro, Foscolo, Milano, Garzanti, 1943.
Paolo Borsa, Per l'edizione del Foscolo "inglese", in Prassi ecdotiche. Esperienze editoriali su testi manoscritti e testi a stampa, a c. di A. Cadioli e P. Chiesa, Milano, Cisalpino, 2008, pp.299–335, ISBN 978-88-323-6206-0.
Paolo Borsa, Guicciardini, Bolingbroke, Foscolo, in La Storia d'Italia di Guicciardini e la sua fortuna, a cura di C. Berra e A.M. Cabrini, Milano, Cisalpino, 2012 (Quaderni di Acme, 131), pp.481–512 [ISBN 978-88-205-1031-2].
Ugo Foscolo, Antiquarj e Critici. On the Antiquarians and Critics, edizione critica bilingue a cura di Paolo Borsa, prima ristampa riveduta e corretta, Milano, Ledizioni, 2012 (La ragione critica, 1), ISBN 978-88-95994-13-0.
Paolo Borsa, Appunti per l'edizione delle 'Epoche della lingua italiana' di Ugo Foscolo, in "Studi italiani", 47-48, 1-2 (2013), pp.123–149 [ISSN 1121-0621 - ISSN 1724-1596].

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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