Parte I
LA PROPOSIZIONE

Divisione della sintassi
1. La sintassi insegna usare e congiungere insieme le parole e le proposizioni in modo conforme tanto alle regole generali della logica, quanto alla natura speciale di una lingua.
Da ciò ne deriva la distinzione che alcuni fanno fra sintassi generale comune a tutte le lingue, e sintassi particolare variabile in ognuna di esse.

Proposizione semplice
2. Qualsiasi pensiero della mente, quando è espresso con parole, forma una proposizione. Ogni proposizione si compone di almeno due parti: la cosa di cui si parla e quello che se ne dice.
Per esempio: il capo comanda; io leggo; la bellezza piace; la candela illumina; il pane si cuoce; l'uomo è ragionevole; Aristotele fu dottissimo.
La prima parte (il capo, io, la bellezza, la candela, il pane, l'uomo, Aristotele) si chiama soggetto, mentre la seconda parte (comanda, leggo, piace, illumina, si cuoce, è ragionevole, fu dottissimo) si chiama predicato.

3. Il soggetto deve essere sempre un sostantivo o qualunque altra parte del discorso usata come sostantivo; per esempio, il buono, il bello, il mio, il tuo, questo, quello, il vivere, il parlare, il prima, il poi ecc. (il leggere ricrea, questo piace, quello è brutto ecc.).
Il predicato può essere di due specie: verbale o nominale; è predicato verbale quando l'azione si compie nel solo verbo, per esempio il capo comanda, la bellezza piace, la candela illumina; è predicato nominale nominale quando l'azione si compie in un nome (od altra parola che ne fa le veci) che si  accompagna al verbo, per esempio l'uomo è ragionevole; il savio è re; io non sono te; tu diventi ricco.
I verbi che possono avere compimento in un nome sono innanzitutto, fra quelli intransitivi, il verbo essere; quindi molti altri verbi che indicano principio, durata, cessazione, apparenza di essere, quali i verbi divenire, nascere, riuscire, restare, parere, apparire ecc. Per esempio: alcuni nascono ciechi, molti restano ignoranti, i presuntuosi sembrano dotti ecc.



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