239. Qui non si poteva dopo allegra porre due punti, perchè il pensiero seguente, così senza la congiunzione poichè (vedi P. II, cap. IX, § 18), non continua il precedente, ma sta in contrasto con esso. Invece nelle lunghe enumerazioni di cose prima accennate tutte insieme, o che vanno poi raccogliendosi in una, sarà da preferirsi l'unire le diverse parti in un solo periodo, dividendole soltanto coi due punti o col punto e virgola. P. es. Talvolta io mi ho sentito crollare il tetto in sul capo pel gran carico della neve; tal altra, per l'abbondanza delle piogge, la stessa terra, fendendosi, mi si è dileguata di sotto ai piedi; alcune volte mi è bisognato fuggire a tutta lena da' fumi, come fossi colpevole verso loro di qualche ingiuria.
240. Molte bestie salvatiche, non provocate da me ecc. mi hanno voluto divorare; molti serpenti avvelenarmi; in diversi luoghi è mancato poco che gl'insetti volanti non mi abbiano consumato infino alle ossa. Leopardi. Qui appar chiaro che vi era materia per due periodi, poichè si discorre di due cose diverse e ugualmente notabili; primo, dei danni venuti dalle intemperie, poscia, di quelli venuti dalle bestie: ma appare altresì chiaro che i varii danni iella prima specie, come i varii della seconda non potevano essere l'uno dall'altro separati anzi sconnessi, mediante il punto fermo.
241. sono pertanto degni di biasimo, e contraffanno all'indole della lingua italiana coloro che seminano i punti fermi ad ogni momento, cincischiando così le parti d'un medesimo concetto, che dovrebbero andare unite. Mentre, per lo contrario, bene procacciano coloro che fanno periodetti brevissimi, quando i pensieri naturalmente si staccano l'un dall'altro e si contrappongono; p. es. Tutto è possibile al mondo.
242. Crediamo che possa venire una concordia del buon giudizio colla grande fortuna. Speriamo che i grandi imparino a meglio donare. Felici loro, e felice il mondo, quando e' lo avranno imparato! Giordani. Qui i pensieri non rampollano l'uno dall'altro, ma nascono tutti successivamente e separatamente, da un animo agitato; e però si richiedevano tutti que' punti fermi.
BIBLIOGRAFIA
1. Raffaello Fornaciari
Sintassi italiana dell'uso moderno. Firenze 1881
nella trascrizione di Maurizio Pistone (parzialmente rielaborata)
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