21. Altri esempi comunissimi nell'uso sono: una gassosa sottintendendo limonata; il postale sottintendendo vapore o piroscafo; le segrete sottintendendo prigioni e altre volte preghiere (il sacerdote dice le segrete); ordinario sottintendendo diversi sostantivi, come prete o confessore, o corriere o simili; onorario, sottintendendo compenso.

22. Nelle frasi avverbiali di modo si sottintendono spesso gli aggettivi maniera, foggia o simili. Per esempio: alla buona, alla carlona per dire semplicemente o schiettamente; alla grande, alla familiare ecc. ecc. Con le buone, con le cattive, con le brusche, con le dolci ecc. ecc. cioè con dolcezza ecc. Si dice così cappello alla marinara, alla calabrese, all'italiana, alla turca, ecc. ecc.
Anche con pronomi si lascia sottintendere il sostantivo, come vedremo più avanti.

Aggettivi sostantivati riferiti a persona
23. Spessissimo gli aggettivi sono adoperati come sostantivi; specialmente quando si riferiscono a persona (singolare o plurale), il che può avvenire in due modi:
spesso invece di porre il nome proprio o comune di una persona poco prima menzionata, o determinata subito dopo, si designa per mezzo di un aggettivo indicante una sua qualità, desunta o dal carattere o dalla condizione fortunata o sfortunata di essa o dalla sua patria o nazione e, più di rado, dalle circostanze particolari, in cui si trova;
per cui si dice per esempio alludendo a una persona determinata: il vile, lo scellerato, la temeraria, il prode, il valoroso, il magnanimo o la magnanima, il pusillanime, il meschino, il misero, l'infelice, il fortunato, e al plurale: i vili, gli scellerati. O più frequentemente, sostituendo all'articolo il pronome quello, questo ecc. si dice quello scellerato, quella temeraria, quell'infelice, quel meschino, questo perverso, questa impudica, e via discorrendo.

24. Si deve però far notare che questo uso non si adatta con qualunque aggettivo, né può farsi a totale arbitrio dello scrittore, ma con quel certo senso della proprietà della nostra lingua, che s'impara leggendo i buoni scrittori.
Più spesso ancora con l'aggettivo sostantivato si designa una intera specie, classe o condizione di persone, tanto al plurale, quanto al singolare, dicendo per esempio il dotto e l'ignorante, il sapiente e lo stolto, gli scellerati, i maligni, i ricchi ed i poveri, i cortesi e gli scortesi, i vivi e i morti, le belle e le brutte. È però raro il caso che tali aggettivi si riferiscano a donne, mentre con i maschi sono frequentissimi.



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