31. L'aggettivo senza articolo fa da predicato nominale ad un soggetto indeterminato o ad un intero concetto: per esempio questo non è giusto; non è conveniente che ecc. nel senso di cosa giusta, conveniente.
l'aggettivo è posto in locuzioni avverbiali, come da certo, in pubblico, di sicuro, agli estremi, all'ultimo, in sul primo, al vivo, sul vivo ecc.

Aggettivo in senso avverbiale
32. L'aggettivo nella sua forma maschile o comune singolare diviene spesso avverbio. Molti di tali usi sono da ritenersi ormai come antiquati o poetici.
Altre volte l'aggettivo, prendendo un senso avverbiale, conserva natura di aggettivo, si accorda cioè con il sostantivo, anche se questo è femminile o plurale, ciò avviene specialmente con i verbi stare, vivere, andare, correre, giungere e simili che indicano uno stato o un movimento del soggetto.

33. Si adoperano particolarmente in senso avverbiale gli aggettivi grande, vero, caro, solo, tutto, primo, ultimo ecc., il vero sapiente, un gran balordo nel senso di sapiente davvero, balordo in sommo grado: chi arriva il primo, si parte l'ultimo.
Nel linguaggio familiare diciamo mezza morta, mezzi finiti, mezze spente; ma correttamente dovrebbe dirsi mezzo morta, mezzo spente ecc.
Anche qui molti esempi sono da ritenersi antiquati od almeno poetici.
Quanto a usi simili di alcuni aggettivi numerali e pronomi, vedi al loro paragrafo relativo.

34. L'aggettivo bello in tutti i suoi numeri e generi si adopera spesso come pleonasmo, per dare maggior forza all'espressione: ora con sostantivi o parole sostantivate.
Ora invece si usa seguito da e con un participio passato, per significare il perfetto compimento di qualche azione.
È antiquato l'uso di bello davanti a un infinito.

I gradi dell'aggettivo

Comparativo
35. Il paragone, espresso dal grado comparativo, può farsi in tre modi:
1° fra due soggetti in una qualità o proprietà comune a tutti e due.
2° fra due qualità o proprietà d'un soggetto stesso.



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