130. I pronomi e gli avverbii di quantità (compresi anche tanto e quanto) non prendono per regola il complemento partitivo, come nella lingua francese, ma si accordano a guisa di aggettivi coi loro sostantivi; p. es. tanto pane, quanto vino; poca salute, pochi uomini, troppi debiti ecc., assai vino, abbastanza pane, più denari, meno sapienza ecc.

131. Un poco riceve però sempre il complemento partitivo; un poco di pane (non un poco pane), un po’ di fuoco ecc. § 19. Possono, ciò nondimeno, costruirsi anch’essi col partitivo, quando si voglia porre in ispecial rilievo e distinzione la quantità da loro significata. Non vi potrei dire quanto rimanessi maravigliato che in un povero villano si ritrovasse seppellito tanto di buon gusto e di senno (qui tanto spicca più, che se dicesse tanto buon gusto). G. Gozzi.

132. Non si potrebbe pensare quanto di autorità e forza in poco tempo Firenze si acquistasse. Machiavelli. – I Romani in questi tempi aveano ripreso alquanto d’autorità. Machiavelli. – Per alquanto di tempo ecc. Leopardi.

133. Dinanzi ai pronomi sostantivi è sempre necessario il complemento partitivo; p. es. quanti di noi, di voi, di loro; alcuni, parecchi ecc.; di essi, di quelli ecc. (non quanti noi, nè alcuni essi).

134. Per idiotismo popolare, non raro negli scrittori antichi, il pronome quantitativo, conservando natura di aggettivo si accorda talora nel genere e nel numero col sostantivo del complemento. Con lui fece in poca d’ora una gran dimestichezza (in poco d’ora). Boccaccio.

135. Se non fosse questa poca di speranza, io credo certo ch’i’ mi strangolerei. Firenzuola. – Lui presero nella battaglia con molta di sua gente. G. Villani. – Conoscendolo in poche di volte che con lui stato era. Boccaccio. – È però da fuggirai la frase un poca d’acqua e sim., benchè frequente nel parlar vivo e adoperata altresì talvolta dagli antichi.

136. Anche gli avverbii esprimenti quantità possono unirsi per la stessa ragione al complemento partitivo con di; p. es. assai di pane, abbastanza di virtù, più di male, meno di bene, ne ho assai, abbastanza. Si richiede sempre il complemento, quando il sostantivo ha gli articoli od è un pronome; p. es. Chi ha abbastanza di una cosa, ha già più di quel che gli occorre. Tommaseo.

137. Più e meno in senso superlativo richiedono il complemento: il più o il meno de’ giovani, il più della gente o (con accordo del genere e del numero) la più della gente, i più fra quelli, le più delle volte; ma in senso di comparativo possono anche farne senza, p. es. ho più di timore che di speranza, ovvero ho più timore che speranza; ho meno di costanza che di coraggio.



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