167. Nell’uso moderno si adopera di, quando mancano gli articoli, specialmente se il verbo sia di tal natura da significare chiaramente il moto dall’interno d’un luogo (p. es. uscire): si adopera regolarmente da e non di, quando vi sono gli articoli, benchè si possa, per eleganza, seguire talvolta l’uso degli antichi. Quindi: partir di casa, uscir di prigione, muoversi di eamera, scender di letto, cavar di bocca, toglier di mano ecc.; venir di casa, cacciar di città e viceversa; uscir dalla prigione, muoversi da una camera, togliere dalle mani; venire e tornare da casa, da scuola e coll’inf. tornar da cenare, venire da far colezione.

168. Coi nomi proprii di città o villaggi preferiscesi da, quando si ha riguardo al termine, dove si va; p. es. da Roma andai a Milano; si preferisce di, quando si ha riguardo al termine, donde si esce: vengo di Firenze, esco di Siena. Nelle date delle lettere o de’ documenti si usa più spesso di. Di Roma, di Milano, di Varlungo ecc. Coi nomi di provincia o nazione adoprasi sempre di o dal: p. es. vengo d’Inghilterra o dall’Inghilterra, parto di Toscana o dalla Toscana.

Moto per luogo
169. Per esprimere il moto a traverso o per entro ad un luogo si usa la prep. per. Giro per la camera, passeggio per la piazza, trovo uno per via o per la via, vado per acqua, viaggio per mare, per terra, entro per la finestra o per l’uscio. Per me si va nella città dolente (parla una porta). Dante. – Ella propose d’andar per lago fino a Lecco. Grossi. – Per aspri monti e per selve aspre trovo Qualche conforto. Petrarca. – E per mare e per terra ad un ricco uomo, come tu sei, ci è tutto pien di pericolo. Boccaccio.

170. Quanto a per locale nel senso di scopo, vedi più oltre.

171. Su per adoprasi spesso nel moto per luogo. Gli uomini e le donne vanno in zoccoli su pe’ monti. Boccaccio. – Andava passo passo su per le rive di quel fiume. G. Gozzi. – Già montavam su per gli scaglion santi. Dante. (Vedi P. I, cap. XXVI, § 10).

Complementi locali correlativi
172. Complementi locali correlativi sono da .... a; di .... a od in: Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevol parte d’Italia. Boccaccio. – Di selva in selva dal crudel s’invola. Ariosto. – Tu m’hai di servo tratto a libertate (libertà). Dante. – Bisogna dirmi tutto dall’a fino alla zeta. Manzoni.

Luogo in senso traslato
173. Le medesime preposizioni che servono a indicare le relazioni di luogo in senso proprio, servono anche a indicarle in senso traslato. P. es.: stare in gioja, in pena, in dubbio, star fermo nella propria opinione, rimanere in errore; nel parlar poco è gran virtù – muovere alcuno a riso, a pianto, a ridere, a piangere ecc.; dare nelle furie, nelle smanie ecc.; giungere al compimento dei proprii voti, correre agli estremi, venire in odio, in amore ecc. – astenersi, cessare, liberarsi, difendersi, riposarsi, scampare da q. c.



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