292. Quale .... quale ecc. prende senso partitivo pari ad alcuno .... alcuno. I nostri cittadini da Bologna ci tornano qual giudice e qual medico e qual notajo. Boccaccio. - Qual fior cadea sul lembo, Qual sulle treccie bionde .... Qual si posava in terra e qual sull'onde. Petrarca.

Quale in frasi interrogative ecc.
293. Quale in frasi interrogative dubitative od ammirative si adopera riferito ad un nome, che talora si trova subito dopo dì esso, talora in altro luogo della proposizione. Non so qual Iddio dentro mi stimola a doverti il mio peccato manifestare. Boccaccio. - Qual vaghezza di lauro, qual di mirto? Petrarca. - Quali furono le tue meditazioni per riuscire buon poeta? Gozzi. - Erano in vigore due consuetudini contrarie, senza che, fosse deciso qual delle due fosse la buona. Manzoni. - Oh che vegg'io! qual meraviglia! Gozzi.

Quanto
294. A tanto dimostrativo di quantità corrisponde quanto relativo pur di quantità. Quindi nelle proposizioni comparative si usano ambedue. Non sono i giovani d'una contenti, ma quante ne veggono, tante ne desiderano. Boccaccio.

295. Spesso si omette tanto sostituendo il nome, il quale per regola si pospone al pronome quanto. - Di borsa gli trassi quanti danari egli avea. Boccaccio. (Se si pone innanzi, deve richiamarsi con un ne; p es.. Denari quanti ne avea).

296. Quanti usato assolutamente nel maschile plurale indica uomini, persone. Erano riusciti in una camera appartata, fuor della mista di quanti stavano sulla festa. Grossi.
In forma neutra: Quanto piace al mondo, è breve sogno. Petrarca.

297. Avverbialmente. Quanto tu ragionevolmente ami Sofronia, tanto ingiustamente della fortuna ti duoli. Boccaccio. - Il cuore di Faraone era indurito quanto il vostro. Manzoni. - Specialmente si usa dinanzi al comparativo, in corrispondenza di tanto: L'operare è tanto più degno e più nobile del meditare, quanto è più nobile il fine che il mezzo. Leopardi. Vedi Parte II, dove si tratta delle proposizioni comparative.



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