475. Lor signori, signore; richiedono sempre la concordanza di genere tanto negli aggettivi, quanto ne' participii; per es. Lor signori sono molto buoni; Lor signore .... buone; lor signori sono partiti; lor signore sono rimaste (riferito a donne). Cfr. addietro, cap. V, § 7

476. Quando non si appone signori o signore, dicesi regolarmente essi o esse. Com'essi (parla ai suoi alunni) non hanno lasciato di farmi degli annunzi di felicità .... così pure io non posso lasciare di far loro augurii di ogni bene. P. Farini. - Dire eglino, elleno puzzerebbe di affettazione. Usare soltanto loro anche come soggetto è molto comune, ma i parlatori eleganti lo sfuggono, come pure Lei per Ella, fuorchè nei casi indicati nel cap. VI, § 6.

477. Nell'uso fiorentino ella si pospone quasi sempre all'interrogazione: che fa Ella? Sa Ella? Che dic'Ella? Fuori di questo caso dicesi sempre Lei per Ella.

478. Quanto all'uso della terza persona in senso impersonale, vedi più oltre il cap. sugli impersonali.

I verbi ausiliari

Tempi semplici e composti
479. I tempi che si formano cogli ausiliarii si dicono tempi composti, a differenza degli altri, detti semplici. I transitivi attivi e gli intransitivi hanno nell'indicativo quattro tempi composti, cioè il passato prossimo, il trapassato prossimo, il trapassato remoto ed il futuro anteriore; nell'imperativo il passato; nel condizionale il passato; nel congiuntivo il passato ed il trapassato; e nell'infinito, nel participio, nel gerundio pure il passato. La forma passiva ha composti tutti quanti i suoi tempi.

Verbi ausiliari propriamente detti
480. Gli ausiliaria propriamente detti sono due; avere ed essere, il primo de' quali serve al concetto di azione, il secondo al concetto di stato, condizione e sim. Avere forma i suoi tempi composti coi proprii tempi semplici, p. es. ho avuto; essere si vale del participio di stare (stato), a cui premette pur esso i tempi semplici: sono stato, era stato.

481. I filologi hanno riscontrato con sicurezza che l'ausiliare avere è divenuto mezzo di formazione anche per alcuni tempi che pur si tengono come semplici: tali sono il futuro dell'indicativo (leggerò, ai, à ecc. = leggere ho, hai, ha ecc.), l'imperfetto del condizionale (leggerei, esti, ebbe = leggere èi, cioè ebbi, leggeresti = leggere esti per avesti; leggerebbe = leggere ebbe ecc.). Vedi la mia Grammatica Storica estratta dal Diez.



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