Il presente
542. IL PRESENTE indica propriamente un'azione (o uno stato o modo di essere) che accade o esiste nel momento in cui parliamo, sia che cominci o duri o finisca. Chi sei? che cerchi in questi luoghi, dove la tua specie era incognita? - Sono un povero Islandese che vo fuggendo la Natura, e, fuggitala quasi tutto il tempo della mia vita per cento parti della terra, la fuggo adesso per questa. - Io sono quella che tu fuggi. Leopardi. 543. Quelle isole che comunemente sono chiamate Molucche, sono molte di numero e poste sotto il circolo equinoziale; e da tramontana verso mezzodì sono lontane fra di loro quasi venti leghe, e niuna di esse gira più di sei. Serdonati.
544. L'uso del presente però si estende anche ai seguenti casi:
a indicare cose e fatti che durano sempre, o che si riferiscono ugualmente al passato, al presente, al futuro. Quindi le sentenze, i precetti, le considerazioni astratte di qualunque genere, adoperano il. presente. La brevità genera il più delle volte oscurezza, e la lunghezza fastidio. Ma perchè la prima e principal virtù del parlare è la chiarezza, par che ne apporti men danno l'esser fastidioso che oscuro. Varchi.
545. Nella vita di ciascun uomo Iddio vede innumerabili connessioni, concatenazioni o serie di avvenimenti, le quali, come tante strade maestre, conducono altre dirittamente alla gloria, altre dirittamente alla perdizione. Segneri. - A ciascuno sua patria è molto cara. Chi co' savii conversa savio diventa. S. Concordio. - In un popolo corrotto i giovani sono oziosi, i vecchi lascivi, e ogni sesso e ogni età è piena di brutti costumi. Al che le leggi buone, per esser dall'usanze guaste, non rimediano. Machiavelli. - Le tribolazioni aguzzano il cervello. Manzoni:
546. per citare le parole o le opinioni di uomini celebri: S. Gregorio scrive che fu un sant'uomo che ebbe nome Costanzo. Passavanti. - Di quanta umiltà fu costui, dice S. Gregorio, il quale amò colui che lo spregiava! Passavanti. - Pitagora dice che le sfere celesti hanno un certo suono così dolce, ch'è una maraviglia. Leopardi:
547. nelle rubriche, ove si dà il sommario della narrazione contenuta in un capitolo, e anche nel fare un sunto di qualche racconto o dramma, o nell'esaminarne, per istudio, le particolarità. Pietro Boccamazza si fugge con l'Agnolella: trova ladroni: la giovane fugge per una selva, ed è condotta ad un castello; Pietro è preso e dalle mani de' ladroni fugge; e dopo alcuno accidente, capita a quel castello dove l'Agnotella era, e, sposatala, con lei se ne torna a Roma. Boccaccio.
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