Obbligare e operare
Ciò che stiamo per scrivere non ha l’avallo di alcuni vocabolari, ma a nostro modo di vedere molto spesso si dà ai verbi operare e obbligare un significato che propriamente non hanno.
Cominciamo con il verbo operare che propriamente, appunto, significa compiere un’operazione. Oggi è invalso l’uso di adoperarlo con l’accezione di fare, procurare, produrre e simili: quell’incidente ha operato in lui un profondo cambiamento. Si dirà molto meglio: ha prodotto in lui un profondo cambiamento.
Ancora peggio — sempre a nostro modo di vedere — il riflessivo operarsi per: prodursi, avvenire, accadere, farsi, manifestarsi. A questo proposito ci sembra addirittura ridicola l’espressione tipo «due anni or sono mi sono operato alla gamba destra». In buona lingua italiana diremo: sono stato operato o mi sono fatto operare.
E veniamo a obbligare che non significa essere grato, riconoscente o ringraziare. Chi ama il bel parlare e il bello scrivere, quindi, eviterà frasi tipo le sono obbligato per ciò che ha fatto, dirà, correttamente: le sono grato, riconoscente, per ciò che ha fatto.
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