La vendetta...
Chi, tra i nostri gentili lettori, non ha mai meditato vendetta contro qualcuno scagli — come usa dire — la prima pietra. C'è qualcuno, infatti, che possa dire, onestamente, di non aver mai ricevuto un'offesa, un sopruso e di non aver pensato di vendicarsi?
«La vendetta — diceva Francesco Bacone — è una specie di giustizia selvaggia». Nessun lettore ha mai pensato, per tanto, di trasformarsi in un giustiziere selvaggio? Stentiamo a credere di no. Ma cos'è questa vendetta?
I vocabolari, alla voce in oggetto, recitano: «Offesa, morale o materiale, inflitta, per ritorsione, a un'offesa personalmente subita». Fin qui, tutto chiaro. A noi interessa, però, la vendetta sotto il profilo prettamente linguistico.
L'origine del nome sembra sia il latino vindicta, cioè la verga con la quale si toccava il capo di uno schiavo nell'atto di affrancarlo, cioè di liberarlo dalla schiavitù. La vendetta, quindi, è una liberazione. Colui che si vendica non 'libera', infatti, l'animo da certi sentimenti?
La cosa, però, non ci convince molto in quanto è solo una supposizione. L'origine resta incerta. È certo, invece, il fatto che la vendetta è un sostantivo deverbale, derivando dal verbo vendicare. Vediamo, allora, ciò che dice, sul verbo vendicare il linguista Ottorino Pianigiani:
Etimo.it - vendicare
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