Piantar carote
Quel giorno, Giuseppe, noto per le sue sbruffonate, la raccontò proprio grossa: immerso nei suoi pensieri, durante la consueta passeggiata pomeridiana si ritrovò, a un tratto, al Lido di Roma, che dista dalla città eterna circa 30 chilometri.
Vi lasciamo immaginare, gentili lettori, se i suoi amici se la sono bevuta. Parecchie persone hanno il vizio di raccontare baggianate tanto che, alla fine, ci credono esse stesse. Costoro, come recita il modo di dire, non fanno altro che piantar carote.
Questa locuzione, infatti, si adopera per mettere in evidenza il fatto che una persona — sia pure inavvertitamente — racconta un sacco di frottole, una dopo l’altra.
Per la spiegazione ricorriamo alle note linguistiche di Puccio Lamoni al “Malmantile”: «Ficcar carote vuol dire quando uno, inventando qualche novella o trovato, lo racconta poi per non suo acciocché più agevolmente gli sia creduto (...). Si dice ‘piantar carote’, perché questa pianta fa grossa radice e cresce assai ne’ terreni dolci e teneri: ed uno facile a credere si dice uomo dolce e tenero».
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