Dare il sapone

Roberto uscì dal colloquio con il primo dirigente dell’ufficio personale con gli occhi stralunati, era sconvolto, fuori di sé: non riusciva a capire il motivo per il quale non era stato assunto nonostante avesse strabiliato — con la sua preparazione professionale — i componenti l’ufficio assunzioni.

Non riusciva a darsi pace, aveva un urgente bisogno di lavorare per mantenere la famiglia, composta da moglie e cinque figli. Strada facendo si ricordò di una frase che gli disse un amico qualche giorno prima del colloquio, frase che lì per lì non afferrò: «Quando sarai convocato dal dirigente non dimenticare di portare con te un po’ di sapone, ti sarà utile al momento opportuno». All’improvviso ne afferrò tutta la sua portata: era un modo di dire per far capire che avrebbe dovuto fare un pensierino al primo dirigente.

Dare il saponesignifica, infatti, offrire regalie, dare generose ricompense a chi esercita un ufficio per ottenere un trattamento di favore. Significa, insomma, per parlare fuor di metafora, corrompere qualcuno.

Puccio Lamoni, nelle note al Malmantile racquistato (un poema burlesco) così spiega la locuzione: «Come nell’insaponare una carrucola o una ruota si facilita il veicolo, e si fa che non strida». Così, potremmo dire, insaponando una persona si facilita la nostra... richiesta.

07-06-2017 — Autore: Fausto Raso