Toccare + infinito
Se non abbiamo preso un abbaglio sembra che tutti i linguisti siano d'accordo - una volta tanto - nel sostenere che quando il verbo "toccare", nell'accezione di "essere costretto", è seguito da un infinito è preferibile non farlo seguire dalle preposizioni "di" o "a": mi tocca partire domani mattina presto.
Alcuni Autori, però, privilegiano la costruzione del verbo con la preposizione "di".
Il principe degli scrittori, Alessandro Manzoni, invece, lega il verbo toccare all'infinito che segue con la preposizione "a": "Mi tocca a vedere e a sentir cose...!"
Il nostro modesto parere - per quel che può valere - (abbiamo fatto una rima involontaria) è di legare 'toccare' direttamente al verbo che segue: A Giovanni è toccato dare la triste notizia. Questo, sempre a nostro parere, per una questione di "armonia stilistica".
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