«Il pozzo di San Patrizio»
«Papà, ho bisogno di centocinquanta euro per la revisione completa della motocicletta», disse il giovane Raimondo appena entrato in casa, di ritorno da un viaggio in lungo e in largo per l’Italia. Il padre, risentito per le pretese del figlio, sbottò, «Io vivo di stipendio, figliolo, non ho il Pozzo di San Patrizio!».
Quante volte, anche a voi sarà capitato di dire frasi del genere, inconsciamente, per mettere in evidenza il fatto che non si possiede una fonte di ricchezza inesauribile, come sta a significare, appunto, l’espressione “avere il pozzo di San Patrizio”. Vediamo, allora, come è nata questa locuzione, anche se il suo uso è improprio. Narra una leggenda che questo pozzo altro non era che una profondissima caverna – situata in un’isola del lago Derg, in Irlanda – rivelata da Cristo, nel VI secolo, al santo patrono di quella nazione, il vescovo Patrizio e da questo miracolosamente aperta per convincere gli Irlandesi e convertirli alla fede cristiana. Sempre secondo la leggenda, dal “pozzo” si poteva intravedere una “via” che menava all’ Aldilà. Coloro che vi si trattenevano in preghiera, ininterrottamente, per un giorno e una notte, ottenevano la remissione dei peccati.
Quest’espressione, dicevamo, è adoperata impropriamente per indicare una fonte di denaro ritenuta inesauribile da colui che vi attinge. A questo proposito potremmo azzardare l’ipotesi secondo la quale la “via” del pozzo era molto lunga, “inesauribile”, da qui, per l’appunto, il detto popolare “avere o essere il pozzo di San Patrizio.
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