La pagina e la pagella
Non ricordiamo, francamente, se l'argomento di cui parliamo sia già stato affrontato, nel caso ci scusiamo per la ripetizione.
Abbiamo sempre sostenuto, da questa rubrica, l'importanza della scienza etimologica ed abbiamo esecrato il fatto che questa scienza non sia tenuta nella massima considerazione: la scuola — per quanto ne sappiamo — la ritiene, nei migliori dei casi, la cenerentola della grammatica. Non deve essere così, amici.
Questa scienza ci fa scoprire delle cose sorprendenti. Ci fa scoprire, per esempio, che la pagina in rete, che state leggendo in questo momento, ci porta al mondo rurale. La pagina (quella cartacea soprattutto) non è altro, infatti, che il latino pagina(m), dal verbo pangere (piantare, conficcare).
I nostri antenati Romani chiamavano pagina una pianta, quella delle viti in particolare. Questo stesso nome fu dato, in seguito, a un insieme di righi di scrittura e, per estensione, al foglio di carta che li conteneva. Perché? Il motivo è più semplice di quanto si possa credere: a coloro che erano abituati ai lavori agricoli il foglio scritto appariva simile a un campo con tanti filari.
Da pagina abbiamo la pagella, cioè una piccola pagina dove sono riportati i voti ottenuti dagli studenti in ogni materia. C'è ancora qualcuno che sostiene la barbosità dell'etimologia?
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