Avverbi male adoperati
Spulciando qua e là, tra le varie pubblicazioni, abbiamo notato che molto spesso gli avverbi vengono adoperati malamente.
Prima di addentrarci nel particolare riteniamo sia il caso di ricordare la funzione dell'avverbio (dal latino ad verbum, 'presso il verbo') che — come recitano le grammatiche — è quella parte invariabile del discorso che, posta vicino al verbo o a un aggettivo (o a un altro avverbio, ndr) lo modifica, vale a dire vi annette un'idea secondaria di modo, di tempo, di luogo ecc.
E veniamo agli avverbi usati in malo modo, o mal formati (in parentesi quelli corretti). «I due amici stavano conversando allegramente, mentre furono interrotti da un forte boato (in quel mentre; mentre è una congiunzione non può, quindi, svolgere le funzioni di avverbio)»; «Per fortuna che (fortunatamente) all'ultimo momento rinunciarono a imbarcarsi, altrimenti...»; «Il barbone è stato dimesso dall'ospedale, mica era folle (non era mica)»; «Delle volte (a volte) ci pentiamo amaramente di fare del bene»; «Avete fatto il vostro dovere di cittadini? Perfettamente (certamente, sì)»; «Direttore, ci faccia sapere se la nostra relazione l'ha soddisfatta o meno (o no)»; «Il vostro comportamento è stato decisamente (veramente) riprovevole». Sono solo alcuni esempi, ma se ne potrebbero fare a iosa, con il rischio, però, di tediarvi.
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