Amenità (linguistiche)
Dopo le superfluità, alcune amenità linguistiche (non veri e propri errori orto-sintattico-grammaticali, però...) che possono pregiudicare i nostri scritti. Prestiamo, dunque, la massima attenzione nello scrivere, se non vogliamo rasentare la ridicolaggine linguistica.
Pilucchiamo, dunque, qua e là, tra le varie pubblicazioni. In corsivo marcato le amenità.
«Il numero dei morti e dei dispersi si fa salire provvisoriamente a centocinquanta»; «La badante, spaventata dal rumore dei ladri, per richiamare l'attenzione dei vicini ha cominciato a pestare le mani contro la parete»; «Gli sciatori non possono scendere in pista se non indossano gli appositi scarponi»; «Il terremoto ha talmente rovinato l'appartamento da potersi calcolare inabitabile»; «L'accampamento è stato distrutto da un grandioso incendio»; «La donna ha, poi, ringraziato gli invitati per i regali di cui l'hanno voluta colmare»; «Il poveretto, investito da un automobilista pirata, è rimasto sdraiato (se la godeva, dunque, quel poveretto?) sull'asfalto in attesa dei soccorsi»; «Tutte le persone presenti se la ridevano sotto i baffi» (anche le donne hanno i baffi?). Continuiamo? No, meglio di no. Non vogliamo riempirci il viso di rughe per le risate.
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