Festa da ballo? Per carità! Festa di ballo
Probabilmente ci ripetiamo, e nel caso ci scusiamo, ma come dicevano i nostri antenati Latini. Ci riferiamo all'uso improprio, per non dire errato, della preposizione da. La grande stampa, quella, come usa dire, che fa opinione, continua imperterrita a sfornare titoli del tipo nozze da favola, giornata da incubo, festa da ballo e simili.
Bene, anzi male, malissimo: quel da - contrariamente a quanto sostengono alcuni vocabolari e vari sacri testi grammaticali — è errato. Si deve dire «nozze di favola». Perché? Il motivo è semplicissimo.
La preposizione da è adoperata correttamente solo per indicare la destinazione, l'attitudine o l'idoneità di qualcosa: sala da ballo (destinata al ballo); bicicletta da corsa; veste da camera; pianta da frutto ecc.
Il suo uso è scorretto, e occorre adoperare la preposizione di, quando si parla di una qualità specifica di una determinata cosa e non di un'occasionale destinazione. Si dirà correttamente, quindi: festa di ballo; nozze di favola; uomo di spettacolo; notte di inferno e via discorrendo.
Una regola empirica ci aiuta nell'uso del da o del di. Quando il sostantivo che segue la preposizione da può essere sostituito con un aggettivo o si può formare una proposizione relativa, la preposizione da va cambiata in di.
Una vita da inferno, per esempio, può essere cambiata in vita infernale o in vita che è un inferno, in questo caso, quindi, la preposizione da va sostituita con la preposizione di. Ancora. Una notte da favola si può trasformare in una notte favolosa o in una notte che è una favola. Quindi: notte di favola.
Unica eccezione: biglietto da visita. Questa locuzione, benché errata, è ormai una forma cristallizzata nell'uso. Le eccezioni, si sa, confermano le regole.
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