Fare una sabatina
Ecco una locuzione — non desueta, ma probabilmente poco conosciuta — che si adopera quando si vuole mettere in particolare evidenza la gola di una persona. In origine voleva dire, infatti, fare una cena molto succulenta dopo la mezzanotte del sabato (donde il nome sabatina).
Nei tempi andati, per aggirare il precetto della vigilia si usava, appunto, fare la sabatina (cena) e questa usanza era particolarmente sentita da coloro che terminavano il lavoro nella tarda serata del sabato.
Leggiamo da Nicola Basile. «Sotto il pontificato di Innocenzo X s'incominciò ogni sabato d'agosto a schiudere il chiavicone che allora era situato sotto la fontana del Moro (a piazza Navona, ndr), e la piazza nella sua parte concava era inondata in men di due ore. E lí gente che guazzava finché le campane annunziavano mezzanotte, che era l'ora della cena detta sabatina».
La grande piazza, ora, non viene piú allagata e l'usanza della sabatina è tramontata, ma il modo di dire è rimasto (anche se poco conosciuto) e si dice di persone, appunto, che amano mangiare e bere smoderatamente.
A questa locuzione si contrappone far la cena di Salvino, cioè orinare e andare a letto. Non sono noti altri particolari di questo modo di dire; non si sa chi fosse tal Salvino e perché si attenesse scrupolosamente a un regime di cosí austera frugalità. L'espressione, comunque, è di uso prettamente popolare.
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