Essere (o fare) l'oracolo
Questo modo di dire è particolarmente noto e adoperato a ogni piè sospinto dalle persone che — ironicamente — vogliono mettere in evidenza la presunzione di qualcuno: è l'oracolo! Si usa anche — e in questo caso senza ironia — in riferimento a una persona di grande autorevolezza: ha parlato l'Oracolo. In questo caso — scrivendo - la o si mette maiuscola in segno di rispetto e di stima.
Ma cos'è questo oracolo? È il latino oracolum, dal verbo orare (dare risposte). Pur provenendo dal latino, però, l'oracolo era la tipica istituzione del mondo greco antico in quanto era il responso (risposta) che una determinata divinità dava a chi l'interrogava.
Con il trascorrere del tempo, per estensione, il vocabolo passò a indicare il luogo in cui venivano richiesti i responsi, la divinità stessa e la persona che faceva da mediatrice (oggi diremmo il medium) tra il petente e la divinità traducendo le parole, generalmente oscure.
Gli Oracoli, intesi come mediatori e, quindi, come sacerdoti erano, il più delle volte, donne, chiamate Pizie o Sibille, donde il termine sibillino, cioè oscuro, misterioso. Ciò che diceva l'Oracolo era considerato di indubbia verità e gli eventuali ordini che impartiva dovevano essere puntualmente eseguiti.
Di qui, per l'appunto, l'uso figurato e spesso ironico della locuzione: ha parlato l'oracolo, non contradditelo!
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