Tenere il campanuzzo
Chissà quanti nostri lettori — pur non conoscendo questo modo di dire — nel corso della loro vita lavorativa e no lo hanno messo in pratica.
Si dice tenere il campanuzzo, infatti, riferito a tutti coloro che vogliono primeggiare in qualcosa, ma soprattutto si adopera nei confronti di coloro che occupano un posto di comando.
La locuzione, ci sembra evidente, è un traslato delle confraternite religiose nelle quali il priore regola tutto a suon di campanuzzo e tutti, naturalmente, obbediscono.
Il modo di dire è ben visibile nella quarta novella della prima cena del Lasca dove, in proposito, possiamo leggere: «Ora accadde che, sendo per la prima volta invitato un giovine, amico di tutti, Dionigi nominato, senza esser poi da nessun altro stato rinvitato, non lasciava mai di non rappresentarsi; e per sorte era il più ignorante e prosuntuoso giovane di Firenze, e colui che i più deboli e sciocchi ragionamenti aveva che uomo del mondo; e per dispetto sempre tener voleva il campanuzzo in mano (...)». • Lasca»
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