Guadagnare
Due parole su un verbo che — a nostro modo di vedere — viene molto spesso adoperato se non in modo errato, impropriamente: guadagnare.
Il significato del verbo è — come si può leggere in un qualsivoglia vocabolario della lingua italiana — “ottenere o ricevere come utile o profitto da un lavoro, da una prestazione o da uno scambio commerciale”. Il verbo, insomma, implica una fatica fisica o morale.
È adoperato correttamente, quindi, in frasi tipo “guadagnare 250 euro il mese”; “è riuscito a guadagnarsi la simpatia di tutti gli astanti”; oppure, “guadagnare terreno”, vale a dire conquistarlo avanzando con fatica; “guadagnare tempo”, ottenerlo, cioè, con qualche artificio. Come si può vedere, dunque, negli esempi sopra citati c'è sempre l'idea del lavoro, della fatica.
Non è corretto usarlo in frasi — come si legge spesso sulla stampa — “ha guadagnato 300 mila euro nel gioco delle scommesse”. Dov'è la fatica? In questo caso e in altri simili il verbo appropriato è vincere.
Insomma — non vogliamo essere ripetitivi — in frasi in cui non è sottintesa l'idea della fatica, l'uso del verbo guadagnare è errato o, per lo meno, improprio. Non si dirà, quindi, “guadagnare l'uscita”; “guadagnare in fretta la fuga”; “la nave ha guadagnato il porto in nottata” e frasi simili.
In buona lingua ci sono verbi propri che fanno alla bisogna: raggiungere, arrivare, entrare, giungere e simili.
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