Una ragazza mezzo matta
Un giornale della mia città, Civitavecchia, titolava: «È una ragazza mezzo matta». Mi domando: perché mezzo e non mezza? È corretto il titolo?
Correttissimo, gentile amico. Mezzo, come aggettivo, concorda nel genere e nel numero con il sostantivo al quale è preposto: mezza mela; mezzi sigari; mezze pagine; mezzi fogli.
Quando, invece, è posposto al sostantivo al quale è unito con la congiunzione e resta invariato perché assume il valore di sostantivo con il significato di una metà: due ore e mezzo, vale a dire due ore e una metà di un’ora; cinque chili e mezzo, cioè cinque chili e una metà di un chilo.
Resta altresì invariato, con valore avverbiale e significato di a metà, quando è unito a un aggettivo per attenuarne il significato: ragazze mezzo matte, vale a dire matte a metà; la casa era mezzo diroccata, cioè diroccata a metà; le luci sono mezzo spente, ossia spente a metà; aveva gli occhi mezzo chiusi, non chiusi interamente.
Nell’uso, però, queste distinzioni non vengono osservate anche se è un errore (e non tutti i linguisti concordano) scrivere, per esempio, le cinque e mezza. Un plauso, quindi, al giornale che – una volta tanto – ha rispettato le leggi grammaticali lasciando mezzo invariato: ragazza mezzo matta.
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