Repulsione o ripulsione?
Repulsione o ripulsione? Qual è la grafia corretta? L’insegnante di mio figlio ha corretto, in un componimento, ripulsione in repulsione.
Entrambe le grafie sono corrette, gentile amico di Rovigo; non capiamo, quindi, il comportamento del docente.
C’è da dire, però, che repulsione rispecchia fedelmente l’origine latina: repulsione(m), da repulsus, participio passato di repellere (respingere). Per l’esattezza il vocabolo in questione è composto del prefisso re- (indietro) e il verbo pellere (spingere); quindi respingere, vale a dire spingere indietro.
In moltissime parole il prefisso latino re- si alterna con quello italiano ri-, come nel caso, appunto, di repulsione o ripulsione; recupero o ricupero; resurrezione o risurrezione.
I prefissi “re-“ e “ri-”, sia ben chiaro, si mettono davanti ai verbi e loro derivati per indicare il ripetersi di un atto, di un’azione o per indicare il verificarsi di un’azione di senso contrario come, per esempio, re-agire; re-impiegare, re-investire; re-spingere.
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