Vendesi o vendonsi?
Lo spunto per queste noterelle ci viene offerto da un vistoso errore contenuto in un cartello che faceva bella mostra di sé, affisso in un palazzo in costruzione alla periferia di Roma: Vendesi appartamenti. Fino a qualche anno fa, vale a dire fino alla grande crisi edilizia, invece di vendesi si leggeva affittasi, ora il verbo è cambiato in vendesi, appunto, ma è rimasto inalterato l’errore madornale. Quale? vi domanderete. È presto detto. In lingua italiana corretta si deve dire vendonsi (o si vendono) appartamenti, non vendesi; ecco, dunque, amici, lo strafalcione. Il “si”, in questo caso, non è impersonale, ma passivante.
Alcuni, probabilmente, non riescono a distinguere i due si. Vediamo, quindi, di capirci qualcosa.
Il si impersonale, lo dice la stessa parola, non ha una persona specifica che compie l’azione; la frase è priva del soggetto, o meglio, ha un soggetto indeterminato ed è rappresentato, per l’appunto, dal pronome personale seguito da un verbo di terza persona singolare: si parla francese; si dice che…; in quel locale si mangia bene.
Il si impersonale, insomma, è facilmente afferrabile perché può essere sostituito con le voci gente o uomo: si parla inglese, vale a dire la gente, l’uomo parla inglese; si dice che…, ossia l’uomo dice che…; in quel locale si mangia bene, ovverosia la gente dice che in quel locale si mangia bene. Ogni qual volta, insomma, che il si può essere cambiato in uomo, gente il verbo che lo segue deve essere necessariamente di terza persona singolare.
Le forme più frequenti di “si impersonale” sono: si dice; si racconta; si sa, si crede; si pensa; si fa; si sta, eccetera. Da evitare l’uso toscano misto di forma personale e impersonale come, ad esempio, “si parte domani”; “si arriverà fra cinque giorni”.
Il si passivante, invece – e è il caso di vendesi – è riconoscibile dal fatto che il si si può eliminare e le voci verbali che lo seguono possono essere accompagnate dal verbo venire rendendo, in tal modo, la frase passiva (si passivante, appunto); si vendono appartamenti, gli appartamenti vengono venduti; si riparano orologi, gli orologi vengono riparati.
In altri termini, la frase contenente il si passivante ha un soggetto ben definito che subisce l’azione espressa dal verbo. Il si passivante si riconosce, inoltre – cosa importantissima – perché è adoperato con i verbi transitivi, i soli che possono diventare, appunto, passivi.
Qualcuno obietterà: cercasi allenatori (come di recente abbiamo letto su un quotidiano sportivo) perché il si può essere sostituito da uomo, gente. Cercasi allenatori – secondo costoro – equivarrebbe a l’uomo cerca allenatori; la gente cerca allenatori. Non c’è nulla di più capzioso di questo ragionamento: cercansi allenatori è e resta la sola forma corretta perché il si, come abbiamo testé visto non è impersonale ma passivante.
Gli allenatori vengono cercati, subiscono, cioè, l’azione di essere cercati. Il verbo venire, in casi analoghi, è la prova del nove per il riconoscimento ufficiale del si passivante che, al contrario di quello impersonale, si usa, ripetiamo, anche con i verbi di terza persona plurale. Si parla tedesco. Provate a dire si parlano tedesco o, in questo locale si mangiano bene. Le frasi vi suonano corrette dal punto di vista grammaticale?
Annotazione finale: la particella pronominale si posta davanti alla terza persona singolare e plurale dei tempi semplici dei verbi di forma passiva, dà a questi ultimi il valore di tempi composti: si è sprecato troppo denaro, vale a dire è stato sprecato troppo denaro.
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