Stare a sportello
Questo modo di dire, anche se desueto, dovrebbe esser noto ai lettori toscani, di Firenze in particolare. Ma che cosa significa? È presto detto: essere una persona che vale poco perché ha poco... giudizio. Ci affidiamo alle sapienti note di Pico Luri di Vassano, al secolo Ludovico Passarini, il principe dei modi di dire.
«Quanto talvolta sia difficile il rendere chiara ragione di un modo proverbiale, valga a dimostrarlo la spiegazione di questo data dal Cecchi e dal Fiacchi. Il Cecchi dice: “I giorni delle mezze feste a Firenze non si usa di aprir le botteghe affatto, né metter fuori le mercanzie, ma solo tenere aperto quell’uscio piccolo, che è nel legname che chiude la bottega, che si chiama sportello, onde quando uno vuol dire: io non son capace di questo negozio, si dice ’io ci sto a sportello” Il Fiacchi soggiunge: “Par che significhi esser men che mediocre; e press’a poco equivale a stare a pigione (...)”. A me pare che spieghi un po’ meglio il Fiacchi, e quel press’a poco me ne persuade. Il modo ’stare a pigione’ significa figuratamente ’non valere affatto’, cioè non esser padrone della cosa, come quegli che sta in un luogo non suo proprio (...). Credo che ’stare a sportello’ significhi valer poco sì, ma pur valer qualche cosa».
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