Fare il (essere un) crumiro
Durante uno sciopero generale un operaio, non in linea con il sindacato promotore della protesta, fu avvicinato da uno dei protestatari tra i più facinorosi e fu invitato da questo ad appartarsi un attimo per una comunicazione riservata e della massima urgenza. Il crumiro si guardò bene dall’accettare l’invito del collega: aveva mangiato la foglia; aveva capito subito, cioè, che la comunicazione riservata sarebbe stata spiacevole per la sua... salute.
Ma chi è questo crumiro? Come tutti sappiamo è la persona ribelle alle leggi dello sciopero; e perché si chiama così? Il termine, nell’accezione attuale, ci è giunto pari pari dalla cugina Francia.
Nel 1881 i Crumiri (nome di una tribù di Bèrberi e di Arabi della parte occidentale della Tunisia) con le loro azioni piratesche contro le navi francesi dettero il pretesto alla Francia per occupare militarmente la Tunisia e liberarla da questa popolazione che era considerata la più turbolenta e ribelle alle leggi. I Francesi ben presto cominciarono a chiamare crumiri anche i ribelli alle leggi dello sciopero.
Il termine, oltrepassate le Alpi, è giunto a noi con lo stesso significato: lavoratore non in linea con gli interessi della categoria. Fare il crumiro, quindi, comportarsi come i Crumiri ribelli a tutte le leggi.
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