Magari!

Magari!, interiezione con la quale si esprime un desiderio, un augurio, un’affermazione e sta per volesse Dio, così fosse, altro che. Per l’origine diamo la parola a Enzo La Stella.
Questa comunissima interiezione che usiamo per invocare un avvenimento fausto e insperato, ha origine greco-bizantina e un significato quasi sacrale, dato che  tira in ballo le anime dei defunti (μακάριος, makàrios, in greco significa beato) che vengono così strumentalizzate per l’ottenimento di fini, in genere, terreni.
D’altra parte, in quel misto di religiosità e superstizione che sonnecchia nel fondo del nostro animo, si annida sempre la speranza di un evento soprannaturale che venga in nostro aiuto: lo testimonia il frequente ricorso alla smorfia (corruzione di Morfeo, divinità greca del sonno e dei sogni) cui si ricorre per trasformare in un terno secco l’immagine apparsaci nel sonno e che spesso è quella di un defunto.
Non siamo solo noi Italiani a invocare aiuti da altri mondi: lo spagnolo ojalà e il turco insciallah giungono addirittura a richiedere l’intervento o l’aiuto di Allah (i Turchi, forse, lo fanno ancora con un residuo di religiosità, cosa che ci sentiamo di escludere per gli Spagnoli, il cui vecchio vocabolo non ha oggi alcun collegamento effettivo con la divinità).
Per il linguista Ottorino Pianigiani l’esclamazione è adoperata soprattutto dai napoletani che l’hanno esportata nel resto dell’Italia e vale, come dicevamo, Dio volesse!.

PS. Si presti attenzione: magari, popolarmente magara, non sempre è un’interiezione. Si clicchi su  magari Dizionari Repubblica.it - magari
23-06-2016 — Autore: Fausto Raso