Solecismo
Il termine solecismo non è — come il suffisso -ismo farebbe pensare — una disquisizione filosofica sul... sole; il vocabolo, da non confondere con il barbarismo, è un grossolano errore di grammatica, di pronuncia e di sintassi.
Proviene, manco a dirlo, dal greco σολοικισμός soloikismòs, derivato dalla città di Soli, in Cilicia, dove si parlava un greco assai scorretto. I Greci, dunque, chiamarono solecismi tutte quelle parole che nella pronuncia, nella grafia e nei vari costrutti non rispecchiavano la purezza della lingua. Il termine è poi giunto a noi con lo stesso significato: grossolano errore.
Sono solecismi, vale a dire veri e propri errori, per esempio, più meglio, a gratis, vadi, venghi, un'uomo, coscenza, soddisfando, stassi, se mi darebbero, ce n'è molti, la meglio cosa, qual'è, ci ho detto, gli uovi, è bello come tu, autodròmo.
Potremmo continuare ancora essendo molti i solecismi riferiti alla pronuncia: zàffiro in luogo di zaffìro; rùbrica invece di rubrìca; leccòrnia in luogo di leccornìa; guàina in luogo di guaìna; mòllica invece di mollìca; persuàdere al posto di persuadére.
Potremmo andare avanti, ma non vogliamo tediarvi oltre misura e offendere i vari oratori che dai numerosi salotti televisivi ci propinano i loro sfondoni immortalati anche nei libri, che le persone accorte in fatto di lingua non compereranno mai.
Il più presto
Il più presto possibile o al più presto possibile? Questo dilemma tormenta da tempo alcuni nostri amici, da quando hanno notato che la televisione pubblica e alcune emittenti private non concordano circa la grafia contenuta in un videogramma che annuncia la ripresa delle trasmissioni. La prima scrive: “Le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile”; le altre, invece, “Le trasmissioni riprenderanno al più presto possibile”.
A questo punto, ci domandava e si domandava un amico: Dando per corretta la prima versione, dovrò dire che il lavoro riprenderà l'alba?. Sciogliamo subito il dubbio: entrambe le versioni sono corrette. E facciamo anche la prova del nove: si può dire “le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile” perché si può dire “le trasmissioni riprenderanno il 20 novembre; si può dire, altresì, “le trasmissioni riprenderanno al più presto...” perché non è errato dire “le trasmissioni riprenderanno alle 16.30”. Non esiste, dunque, una norma grammaticale, è solo questione di gusto.
L'avverbio di tempo presto nella forma del superlativo relativo diventa una locuzione avverbiale che può essere introdotta tanto dall'articolo il quanto dalla preposizione articolata al. Personalmente preferiamo al perché il complemento di tempo determinato è introdotto, generalmente, dalle preposizioni a, in, di, su, circa: verrò da te alle 17.00; le rose sbocciano a maggio; sarà qui in cinque minuti.
Al più presto possibile rispecchia fedelmente, per tanto, il predetto complemento di tempo determinato che... determina, appunto, sia pure approssimativamente, il tempo o il momento in cui l'azione espressa dal predicato si è svolta o si svolgerà. Si riconosce facilmente perché risponde alle domande sottintese quando?, in che momento? ed è rappresentato da un nome o da un'altra parte del discorso preceduta dalle preposizioni su accennate.
Può essere rappresentato anche da un solo avverbio (oggi, domani, ieri) o da una locuzione avverbiale (lì per lì). Può essere anche espresso, in alcuni casi, da un sostantivo preceduto dall'articolo: il pomeriggio; la sera; il mattino. Sono errate, quindi (anche se alcuni vocabolari...), le espressioni alla sera per la sera; al mattino per il mattino; al pomeriggio per il pomeriggio e via dicendo.
Alcune locuzioni di uso prettamente popolare
Rispondiamo ai quesiti postici da alcuni amici lettori che ci hanno chiesto di non copincollare le loro domande. Cominciamo con la locuzione di uso prettamente popolare e, quindi, da evitare: prendere per i fondelli. Il significato di quest'espressione — forma spurgata di quella ancora più volgare, prendere per il... — è chiarissimo: prendere in giro, burlare. In senso figurato una persona viene afferrata per i fondelli, vale a dire per la parte rinforzata del fondo dei calzoni (specialmente i calzoni dei cavallerizzi) e fatta girare (prendere in giro) al fine di metterla alla berlina.
Quanto alla locuzione il più pulito ha la rogna, si spiega da sé. Sempre in senso figurato, colui che predica bene, che ha sempre da ridire sul comportamento poco ortodosso degli altri, farebbe bene a stare zitto, invece, perché non si accorge che anche lui, che dentro si ritiene più pulito, ha la... rogna, le sue pecche.
Anche l'espressione la legge è per i fessi, si spiega da sola. I fessi, vale a dire le persone sciocche, non sono in grado di aggirare una legge; non sono capaci di mettere in pratica un altro modo di dire: fatta la legge, trovato l'inganno.
L'ultima espressione, ma cos'è, una repubblica?, si adopera quando si vuol mettere in evidenza il fatto che — in determinate circostanze — ciascuno fa quello che vuole. La locuzione si usa — in senso soprattutto scherzoso — riferita, in modo particolare, alla confusione disordinata di una famiglia, di una comunità in cui tutti vogliono comandare in base alla res publica, alla cosa pubblica.

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