Vedere le stelle...
...provare, cioè, una sofferenza fisica acutissima, sentire un dolore molto intenso tanto da togliere il respiro. Chi di voi, cortesi amici, non ha mai visto le stelle?
Purtroppo il veder le stelle fa parte del corso della vita cui nessuno può sottrarsi. Donde viene, dunque, questo modo di dire?
Secondo alcuni Autori l'espressione descrive effettivamente quella sensazione di sfarfallìo luminoso — davanti agli occhi — che si ha quando si viene colpiti da un dolore repentino e acuto.
Più scientifica — a nostro avviso — la spiegazione che tentano di dare le note linguistiche al Malmantile racquistato (un poema burlesco).
Spiega, infatti, il Minucci, uno dei notisti: «Quando uno sente un gran dolore si dice egli ha visto le stelle perché le lacrime, che vengono in su gli occhi pel dolore, fanno apparire con la rifrazione della luce che vi batte, una cosa simile a una gran quantità di stelle in cielo».
Pronuncia corretta del verbo sguainare
Il verbo sguainare — contrariamente alla pronuncia diffusa e ritenuta, quindi, corretta — ha l'accentazione sulla i, non sulla a: io sguaìno.
Il motivo va ricercato nel fatto che è un verbo denominale, proviene, cioè, dal sostantivo guaìna (fodero, involucro, custodia).
E questo dal latino vagìna (con l'accento sulla i). I Latini dicevano: «gladium e vagìna educere» (estrarre la spada dalla guaìna).
Non capiamo, quindi, come abbia pouto prender piede la pronuncia errata.
Collocazione dell'aggettivo
«Pregiatissimo dott.Raso,
tutte le grammatiche concordano nel definire l'aggettivo quella parte variabile del discorso che si accompagna al sostantivo per meglio definirlo. Non specificano, però, se si mette prima o dopo il nome al quale si riferisce. Posso dire indifferentemente, quindi, una bella donna e una donna bella? A orecchio noto una leggera sfumatura di significato. Può dirmi qualcosa in proposito?
Grazie e cordialità
Sebastiano L.
Brindisi»
Gentile Sebastiano, le grammatiche non specificano il posto che deve occupare l'aggettivo perché si può collocare sia prima del nome sia dopo; è una questione di gusto personale (si tratta di stile, quindi, non di grammatica). Si possono stabilire, tuttavia, alcune regole.
A) l'aggettivo va collocato dopo il nome quando messo prima la frase non avrebbe senso: ieri ho incontrato il mio ex docente universitario (universitario docente non avrebbe senso);
b) si colloca prima del sostantivo quando ha senso generico o indica qualità permanenti, naturali, abituali: un bel panorama, una grande casa, un antico maniero;
c) si mette dopo il sostantivo quando si vuol dare maggiore risalto (un maniero antico); quando è participio (casa diroccata); quando è seguito da un complemento (un uomo tardo di mente).
Se si tratta di più aggettivi, questi possono essere collocati prima o dopo il sostantivo o avere il sostantivo in mezzo. Nel suo esempio, quindi, una bella donna e una donna bella, l'aggettivo posto dopo il nome dà maggior risalto alla bellezza della donna.

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